Vaccinazioni, obbligo per la frequenza scolastica – l’alternativa

vaccinazioni

Sempre più spesso leggo ed ascolto minacce di obbligo vaccinazioni per frequenza scolastica, oramai fa parte di una certa periodicità di informazione veicolata tramite i quotidiani, che sembrano più fare terrorismo che proporre valide alternative.

La Costituzione italiana sancisce la libertà di cura (art. 32): La Repubblica TUTELA la SALUTE come FONDAMENTALE DIRITTO dell’INDIVIDUO e interesse della Collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. NESSUNO PUO’ ESSERE OBBLIGATO ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge.
Il rifiuto non compromette la scolarità del bambino, a nessun bambino può essere impedito di frequentare il nido d’infanzia, la scuola materna, la scuola dell’obbligo e tutte le comunità infantili, anche se all’atto dell’iscrizione viene richiesto il calendario vaccinale (DPR n. 355/1999 e circolari attuative)

In Italia l’obbligo di vaccinare contro il vaiolo tutti i nuovi nati è stato sospeso nel 1977 e abolito nel 1981. Nel frattempo erano diventate obbligatorie le vaccinazioni contro la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991).
Altri Stati, come la Francia, la Grecia, il Portogallo e il Belgio, hanno optato per l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni. Tutti gli altri stati europei come il Regno Unito e la Finlandia, per la volontarietà accompagnata da un’adeguata offerta, dall’incentivazione e dalla propaganda. (fonte: http://www.epicentro.iss.it)

Ricordo che ad un convegno a cui ho personalmente partecipato, una ragazza madre mi disse che lei si era organizzata in casa, aveva la fortuna di abitare in campagna la sua bimba aveva 2 mesi quando fu costretta a lasciare il lavoro di segretaria in un ufficio legale causa l’impossibilità di pagare l’asilo nido col suo esiguo stipendio. L’argomento non era attinente i temi che ero venuto ad ascoltare, ma oggi ritorna di attualità.

Miriam (la chiamo così perché vuole mantenere l’anonimato) mi aveva lasciato un suo recapito, pregandomi farle avere il link al video di quell’incontro non potendosi trattenere oltre.
La chiamo:

Ciao Miriam, ti ricordi quel giorno mi accennasti al tuo problema relativo al lavoro?

  • Ciao, certo che mi ricordo, anzi devo dirti che sei stata la prima persona a cui ho confidato il mio sogno, che poi si è avverato (il tono è squillante e propenso alla conversazione)

Ti sento radiosa, che è successo?

  • Mi hai portato fortuna, e la mia idea si è avverata… ho lavorato per anni come commessa, segretaria, badante, babysitter guadagnando una miseria, oggi sono felice, e guadagno vendendo serenità ad altre mamme… e guadagno finalmente quello che mi permette di tirare avanti pensando anche al mio futuro e quello di mia figlia.

Miriam, mi hai incuriosito raccontami.

  • Ti ricordi che ti dissi che stavo lasciando il lavoro, perché non potevo permettermi di pagare anche l’asilo a mia figlia col mio stipendio da segretaria?

Certo, ti ho chiamato proprio per questo.

  • Oggi sono io l’asilo, nel senso che a casa mia i bimbi si sono moltiplicati, oggi sono quattro.

Miriam, capiamoci, ci siamo visti 6 mesi fa, la tua  creatura aveva 2 mesi se non ricordo male… è vero che i ricordi mi portano alle bibliche scritture su moltiplicazione di pani e pesci, ma quelli erano per sfamare la popolazione, non per farla riprodurre!

  • Dai, non intendevo dire che sono tutti miei (tiro un sospiro di sollievo ma resto curioso), ho pensato che se potevo accudire mia figlia, che dorme quasi tutto il giorno, potevo farlo anche per la figlia della mia vicina.

So che voi donne sapete organizzarvi meglio di noi maschietti… e quindi?

  • In questo momento in salone ci sono quattro bimbi che dormono beatamente nelle loro cullette e ho tra le braccia mia figlia che sta prendendo la poppata delle 10.

Fammi capire, la tua vicina ha quattro gemelli? (la sento ridere, non si ferma più)

  • No la mia vicina ha un bimbo di tre mesi, ma una sua amica ed una sua collega…

Fai la babysitter dunque?

  • No meglio, ho una attività che mi consente di lavorare al massimo 5 ore al giorno, mi da da vivere, mi rassicura per il futuro… sai ho scoperto che essere mamma è bellissimo, ed esserlo diventata seppur a modo mio mi ha fatto capire l’importanza della solidarietà tra noi donne.

Miriam, quindi hai aperto un asilo nido (i miei pensieri vanno subito al film “L’asilo dei papà” con Eddie Murphy), ma come ci sei riuscita, chi ti ha finanziato e come hai fatto in così poco tempo a ottenere tutti i permessi che in questa repubblica delle banane sono necessari pure per diventare lava-scale?

  • Non lo sa nessuno, lo faccio a casa mia e a casa mia posso fare tutto quello che voglio, non devo mica dare spiegazioni a chicchessia, oggi altre mamme mi stanno chiedendo di accudire i loro ranocchi, sanno che sono brava ed economica e sto pensando di proporre ad una di loro di darmi una mano, è disperata, il marito l’ha lasciata sola.

Miriam, scusami ma ora devo prendere mio figlio da scuola e tra un pò sarà impossibile parlare al telefono a causa del chiacchiericcio genitoriale in attesa.

  • Si ti devo lasciare anche io, mi suonano alla porta, ma fatti sentire che voglio raccontarti tante altre cose.
    Ciaoooo….

Mi incuriosisce molto, se Eddie Murphy ci ha fatto un film, è probabile che esista in effetti una qualche forma lavorativa simile, scopro che in effetti qui in italia ci sono tanti modi di chiamarla:

  • play house,
  • nido famiglia,
  • tagesmutter,
  • micronido,
  • asilo a tempo parziale,
  • nido famiglia in casa.

relativamente alla fornitura di servizi educativi alla prima infanzia, ci sono anche formule di attività in franchising ed agenzie o consorzi che si occupano nello specifico di fornire il supporto all’avvio di tali attività, ma Miriam lo ha fatto da sola, in modo autonomo, sfruttando una sua esigenza e mettendola al servizio di altri, guadagnandoci abbastanza da poter sorridere ad un evento così sconvolgente come la genitorialità in assenza di partner.

Resto basito da quanto le donne siano capaci di sorridere difronte alle assurdità della vita, ed anche un pò invidioso nel non avere la loro stessa capacità.

Quando le lobby che propongono l’obbligatorietà vaccinale per la frequenza scolastica, scopriranno che è possibile scavalcare l’imposizione, il danno sarà a carico dei comuni e delle regioni che ne ottengono comunque un ritorno economico da questi che dovrebbero essere servizi di base alla cittadinanza.

Meditate sindaci, assessori, assistenti sociali e lacchè vari… meditate perché l’obbligatorietà:

  1. contrasta con il DPR 355/1999 (normativa nazionale) che si applica anche alle comunità infantili
  2. è Incostituzionale perchè contrasta con le libertà dell’individuo e la libertà della salute (art. 13 e 32)
  3. è fondata su profonde inesattezze sanitarie (sono più pericolosi i bambini vaccinati, come portatori di contagio, dei non vaccinati. E poi ci sono gli adulti : vacciniamo anche tutti gli adulti?)
  4. contrasta con le leggi sui danni da vaccinazione (L. 210/1992 e L. 229/2005) nonché con tutta la disciplina della Farmacovigilanza/Vaccinovigilanza (DM 12.12.2003 – del Regolamento UE 1235/2010, la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012, e della Direttiva 2010/84/UE – Decreto Ministero della Salute 30 aprile 2015 )
  5. sarà inapplicabile, stante l’altissimo numero di obiettori e danneggiati.
  6. contrasta con ogni Normativa Europea e con la Convenzione di Oviedo.

Ovviamente se c’è un effettivo calo nelle vaccinazioni si dovrebbe capire il perché, se invece è solo allarmismo atto a mantenere lo “status quo” si dovrebbe ricordare agli organi di informazione che il loro mestiere comincia ad essere messo in seria analisi.

Googlando su internet non ho trovato nessun dato se non sparute percentuali di una fantomatica teoria di immunità del gregge, che anche un pò mi infastidisce in quanto padre di tre figli (sapere che il ministero li appella a gregge anziché cittadini, mi provoca reazioni simili alla orticaria).

Ovviamente in mancanza di dati certi e congrui, propendo per la seconda ipotesi, col benservito agli organi ufficiali di informazione.

Il medico che ha a che fare con gli uomini liberi – diversamente dal medico degli schiavi – deve convincere il suo paziente a sottomettersi alla cura, e ragionare con lui per mezzo di argomenti razionali, cioè persuaderlo, non minacciarlo soltanto.
[Platone]

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