#NotInMyName

Leggi l'appello di Giorgia

Ai signori deputati, vorrei esprimere la mia opinione di paziente immunodepressa sulla questione “obbligo vaccinale”.

Sono una ragazza di 29 anni, mi chiamo Giorgia e sono immunodepressa grave.

Non entro nel merito dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini in quanto non ritengo di averne le competenze, posso però affermare, perché lo vivo su me stessa, che la vita di un immunodepresso è una vita difficile.

È verissimo che le malattie esantematiche sono molto pericolose per una persona con deficit del sistema immunitario, ma il mondo dei microrganismi patogeni è infinitamente più ampio rispetto a quelle dieci patologie dei vaccini obbligatori, per cui appare evidente che dare la responsabilità della salute degli immunodepressi a pochi bimbi non vaccinati o parzialmente vaccinati sia una strumentalizzazione che di scientifico ha veramente poco.

Io sono la prova lampante di tale concetto: ho rischiato la vita più volte per infezioni gravi, senza bisogno di contrarre un’esantematica. Quindi la possibilità per un immunodepresso di frequentare certi ambienti “affollati” dipende dal suo stato di salute, il metro di valutazione non sono sicuramente le vaccinazioni sugli altri.

Mi capita di uscire quando non sto troppo male… l’ho sempre fatto consapevole dei rischi, assumendomi le mie responsabilità. Il problema è che c’è chi non aspetta altro di leggere lo sfogo di una mamma, che io giustifico in quanto preoccupata, anche se non sono della stessa opinione, per fare strumentalizzazioni politiche e puntare il dito per dare del cattivone a chi vuol tutelare i diritti di tutti e non soltanto quelli di qualcuno.

Basterebbe spendere cinque minuti in più per riflettere.

Un bimbo immunodepresso che fa vita “normale” si troverebbe a contatto non solo con altri bambini, ma anche con una serie di altre persone che non è affatto detto siano vaccinate: maestri, bidelli, parenti vari, adulti che incontrano o magari, addirittura, i medici e gli infermieri degli ospedali che frequentano. Per non parlare del fatto che in molte famiglie i genitori lavorano entrambi e i nonni non ci sono. Se il bambino non sta bene ma non è proprio moribondo, spesso e volentieri viene mandato ugualmente a scuola, perchè non saprebbero a chi lasciarlo (non è una giustificazione)… suppostina di Tachipirina nel sederino e via. E non c’è modo di venirlo a sapere, se non è il genitore stesso a dirlo. Illudersi del contrario è irrazionale.

Ma ciò che mi preme di più è l’aspetto etico… perché io trovo assurdo che venga considerato egoistico il fatto che un genitore desideri che il proprio figlio possa godere di trattamenti sanitari adeguati alle esigenze di quel bimbo, perché in questo modo non tutela i figli degli altri.

Quando ero bambina, ero una bambina sana con un ottimo sistema immunitario. Il mio pediatra era, ed è tutt’oggi, uno dei professionisti più apprezzati della zona. Non era assolutamente “no-vax”, etichetta molto ambita ai mass media. Consigliò a mia madre di farmi qualche vaccino, altri invece non li ha assolutamente consigliati semplicemente perché, per quello che era il mio stato di salute del momento, non erano necessari. In quel momento nel suo studio c’ero io, non il figlio di qualcun altro… quindi il pediatra pensava a ciò che era meglio per me, giustamente. Non vedo cosa ci sia di male.
Oggi questo sarebbe considerato un atteggiamento no-vax… e francamente lo trovo assurdo.

Chiunque, quando va dal medico, desidera che il medico faccia ciò che è meglio per lui.
Trasformare in egoismo ciò che è, invece, un diritto, è un atteggiamento mentale che posso giustificare se ad averlo è un genitore preoccupato… ma non lo giustifico su chi strumentalizza questo genitore preoccupato per tirare acqua al proprio mulino.

Ogni trattamento sanitario ha possibili effetti collaterali… e io questo, nonostante auspichi che le cose migliorino, lo accetto.
Il punto è la costrizione.
Se non si è liberi di scegliere, tutti quelli che purtroppo subiranno un danno da quel trattamento sanitario obbligatorio saranno di fatto dei sacrifici umani, immolati per la tutela del bene comune.

Se c’è un rischio anche piccolo, una persona deve poter scegliere. È inutile ed ipocrita preoccuparsi del singolo immunodepresso, per poi fregarsene del singolo danneggiato, come se fosse uno scarto inutile della società.

Questa è la mia opinione. Ci tenevo a scriverVi, per farVi sapere che non tutti gli immunodepressi e i genitori di bimbi immunodepressi sono a favore dell’obbligo vaccinale.
Vi ringrazio per il tempo concessomi. Buon Lavoro!
Giorgia Scataggia

#NotInMyName

Il nostro principale obbiettivo è fare corretta informazione sulle reali problematiche degli stati immunodepressivi causati da patologie o farmaci. In particolare, siamo contrari alla strumentalizzazione degli immunodepressi come giustificazione dell’obbligo vaccinale. La salute degli immunodepressi non dipende dalle altrui vaccinazioni, in quanto ci sono tantissimi microrganismi patogeni non vaccinabili potenzialmente pericolosi per un immunodepresso.

Se sei o sei stato immunodepresso, se sei il genitore di un bimbo immunodepresso e la pensi come noi, sei invitato ad istriverti al nostro progetto.

Abbiamo bisogno anche di te!

“Immaginiamo che fuori sparino con i mitra e immaginiamo di avere a disposizione un elmetto.
i proiettili sono tutti i patogeni che è possibile contrarre, l’elmetto sono le vaccinazioni. Ecco, credere che un bimbo immunodepresso sia al sicuro in una classe di vaccinati è come esporsi a raffiche di mitra con un elmetto in testa: la testa forse è protetta, ma si può tranquillamente morire anche a causa di un colpo al cuore, allo stomaco, al polmone…”. Giorgia Scattaggia, immunodepressa.

    Informativa resa ai ​sensi degli articoli 13-14 del GDPR 2016/679​
    ​(General Data Protection Regulation)

    Gentile Signore/a, ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 ed in relazione alle informazioni di cui si entrerà in possesso, ai fini della tutela delle persone e altri soggetti in materia di trattamento di dati personali, si informa quanto segue:

    • 1. Finalità del Trattamento: I dati da Lei forniti verranno utilizzati allo scopo e per il fine di creare un gruppo di persone che possano esprimere un chiaro NO alla strumentalizzazione della loro caratteristica sanitaria.
    • 2. Modalità del Trattamento: La raccolta ed il trattamento dei Suoi dati personali avranno luogo, dopo il Suo consenso. Il trattamento potrà avvenire anche con l’ausilio di mezzi cartacei, elettronici, informatici o via web per le operazioni indicate dall’art. 4 del Codice e dall’art. 4 n. 2 del GDPR quali: registrazione, organizzazione, consultazione, elaborazione, modificazione, estrazione, utilizzo, comunicazione, cancellazione.
    • 3. Conferimento dei dati: Il conferimento dei dati per le finalità di cui al punto 1 sono (obbligatori/facoltativi: nel primo caso indicarne il motivo) e l’eventuale rifiuto dell’autorizzazione comporta la non adesione alla sottoscrizione della lettera
    • 4. Comunicazione e diffusione dei dati: I dati forniti non saranno soggetti a comunicazione né a diffusione se non per espressa volontà del sottoscittore.
    • 5. Titolare del Trattamento: Il titolare del trattamento dei dati personali è Giorgia Scataggia
    • 6. Diritti dell’interessato: In ogni momento, Lei potrà esercitare, ai sensi degli articoli dal 15 al 22 del Regolamento UE n. 2016/679, il diritto di: a) chiedere la conferma dell’esistenza o meno di propri dati personali; b) ottenere le indicazioni circa le finalità del trattamento, le categorie dei dati personali, i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati personali sono stati o saranno comunicati e, quando possibile, il periodo di conservazione; c) ottenere la rettifica e la cancellazione dei dati; d) ottenere la limitazione del trattamento; e) ottenere la portabilità dei dati, ossia riceverli da un titolare del trattamento, in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico, e trasmetterli ad un altro titolare del trattamento senza impedimenti; f) opporsi al trattamento in qualsiasi momento ed anche nel caso di trattamento per finalità di marketing diretto; g) opporsi ad un processo decisionale automatizzato relativo alle persone fisiche, compresa la profilazione; h) chiedere al titolare del trattamento l’accesso ai dati personali e la rettifica o la cancellazione degli stessi o la limitazione del trattamento che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento, oltre al diritto alla portabilità dei dati; i) revocare il consenso in qualsiasi momento senza pregiudicare la liceità del trattamento basata sul consenso prestato prima della revoca; j) proporre reclamo a un’autorità di controllo.

    Può esercitare i Suoi diritti con richiesta scritta inviata all’indirizzo postale della sede legale o all’indirizzo mail privacy@notinmyname.net.