L’inchiesta – SCIARADA ESPLOSIVA

La trasmissione L’inchiesta linkata dal sito RaiNews24


Prima una Fiat Panda Azzurra in Via Nuova Poggioreale, sabato 26 gennaio. Quattro giorni dopo, a poche centinaia di metri di distanza altre due auto sono state segnalate con una telefonata anonima al 113. All’interno gli investigatori di Napoli hanno trovato esplosivo di tipo militare e detonatori. Nel primo caso sembra che l’ordigno artigianale fosse addirittura innescato.

Che cosa sta succedendo a Napoli? Chi ha fatto ritrovare potenziali autobomba nella citta’ che da settimane è costretta a vivere nella morsa di tonnellate di rifiuti e per questo è sotto i riflettori dei media internazionali?

E’ questo l’interrogativo cui cerca di dare una risposta l’ultima inchiesta del gruppo investigativo di Rainews24, guidato da Maurizio Torrealta. “Sciarada esplosiva, Allarme autobomba per iniziare un trattativa” andrà in onda da giovedì 7 febbraio su Rainews24 (orari e video su www.rainews24.it).

“Sono atti anomali, anomali anche per le tipologie criminali, anomali anche nel simbolismo che la camorra usa storicamente”, dichiara Francesco Forgione, Presidente della Commissione parlamentare antimafia.

“Le autobomba di Poggioreale potrebbero avere a che fare con sviluppi recenti nel panorama criminale napoletano”, afferma Bruno De Stefano, esperto di criminalità organizzata e autore del libro “I Boss della Camorra”. “Mi riferisco all’arresto di un boss come Edoardo Contini – capo dell’Alleanza di Secondigliano, il cartello più forte del napoletano – e al “quasi pentimento” di Giuseppe Misso, avversario storico dell’ alleanza di Secondigliano e uomo dai mille segreti. Segreti che avrebbe deciso di svelare”.

Danilo Ammannato, legale di parte civile delle Associazioni vittime delle stragi del rapido 904 e di via dei Georgofili, segnala un particolare. “Un’ autobomba sarebbe stata trovata in Via Pier Delle Vigne: come avvocato fiorentino mi viene subito in mente il dottor Piero Luigi Vigna, che è stato il Pm nl processo per la strage del 23 dicembre 1984, quella del rapido 904” .

“Questi messaggi funzionano molto di più che avvertimenti palesi ” dichiara Rita Pennarola, giornalista del settimanale napoletano La Voce della Campania. “E’ un linguaggio che conosciamo bene: vuol dire ‘attenzione che ci siamo anche noi’. Una città invasa di rifiuti serve a dare un forte messaggio: ‘se le nostre imprese saranno escluse, se il nostro potere di ricatto verrà meno questo è quello che vi ritroverete’ “.

“Dall’esterno mi sembra di cogliere più di una analogia con le bombe del 1993”, afferma Antonio Ingroia, Sostituto Procuratore di Palermo. “Autobomba messe in questo modo sono chiaramente degli avvertimenti, degli avvertimenti in una fase complessa e complicata a Napoli e nel Paese. A Napoli è noto che c’è qualcuno che soffia sul fuoco e nel Paese si attraversa una fase estremamente delicata sul piano anche politico e istituzionale, e’ in atto una crisi di governo complessa, una fase di transizione”.

Massimo Ciancimino è il figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino che nel 1992 fu l’interlocutore di una trattativa dei ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri) con Cosa Nostra. “Napoli è una città che ha i riflettori mediatici puntati addosso. Se c’e’ qualcuno che vuole mandare messaggi, il contesto di Napoli è quello che dà più risalto a livello mondiale. Si percepisce il disagio che si sta creando a Napoli e si sa bene che questo è un momento in qualche modo simile a quello del 1992, un momento di grandi cambiamenti e di crisi a livello istituzionale”.

 

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