La storia siamo noi – Il rapimento di Paul Getty

La trasmissione La Storia Siamo Noi di Giovanni Minoli linkata per chi non riesce a visualizzare dal sito Rai.tv causa “malfunzionamento” dello script silverlight …


 Il sequestro del nipote dell`uomo più ricco del mondo

La notte del 10 luglio 1973 scompare a Roma Paul Getty III, nipote di un ricchissimo petroliere inglese.
Paul Getty è un ragazzo con i capelli lunghi e l’aspetto trasandato. Frequenta i suoi amici per le strade di Roma, è un vero hippy. Lo si vede spesso a Campo de’ Fiori, Santa Maria in Trastevere e Piazza Navona dove vende quadretti e collanine che costruisce da solo.
Nell’immediato la notizia non ha la risonanza che merita anche perché in quegli anni sono ben altri i problemi di cui si occupano i giornali.
Gli anni 70 sono un decennio nero, iniziato a piazza Fontana, a Milano, il 12 dicembre 1969, dove una bomba uccide sedici persone e ne ferisce ottantotto. Un decennio che termina con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana. Sono gli anni delle stragi neofasciste e dei tentativi golpisti, dei servizi deviati e dei primi scandali di corruzione nei partiti politici.
A Reggio Calabria, il 13 luglio del ’70, inizia la cosiddetta ‘rivolta di Reggio’. Il motivo scatenante è che la città non è stata designata come capoluogo. Quello che succede nelle strade di Reggio è una rivolta violentissima, simbolo di un Sud dimenticato.
Ed è tutta quella parte del Paese a ribellarsi.
A Napoli il 18 luglio avviene la rivolta del pane. Il 24 il Governo interviene con il decreto blocca prezzi per ventuno beni di prima necessità. Ma il risultato di tutto questo è un’inflazione pari al 10% e in poco più di un anno si arriva al 25.
Il 28 agosto ancora il Sud è protagonista negativo di quegli anni: arriva il colera a Napoli e Bari e il Nord blocca gli acquisti di pesce dal meridione.
Il 14 febbraio del 1973 una svolta decisiva: l’economia arranca e gli Stati Uniti svalutano il dollaro dell’11%. I contraccolpi sull’Italia sono immediati: il mercato dei cambi chiude con una svalutazione della lira del 10%. L’intento è di favorire le esportazioni, automobili e gomma, ma il risultato è che aumentano i costi delle importazioni.
Tutto questo accade in un’italia in cui il 50% della popolazione vive ancora in campagna e ha bisogno di beni di prima necessità che il Paese non produce.
Poco a poco si comincia a parlare anche della sparizione di Paul Getty. Il ragazzo è un personaggio particolarmente curioso, tanto che in prima istanza la polizia sospetta proprio di lui e pensa che vuole egli stesso ricattare il nonno per ottenere soldi da dividere con i suoi amici.
Si comprende invece lentamente che il giovane è vittima di un sequestro a scopo di estorsione, grazie anche alle intercettazioni telefoniche.
Quella di Getty junior diventa sempre di più una storia che appassiona milioni di persone, non solo italiani.
Il nonno del giovane è ricchissimo: le cronache dell’epoca lo descrivono come uno che potrebbe pagare le tasse degli ultimi dieci anni di tutti gli italiani. I suoi averi sono valutati 1000 miliardi di lire e il patrimonio delle sue compagnie è di 3000 miliardi.
La madre del ragazzo, che ha una boutique a piazza di Spagna, riceve le prime richieste di denaro. La donna improvvisa anche una conferenza stampa, nella sua casa ai Parioli, e parla delle comunicazioni che riceve dai rapitori, dichiarando apertamente che la famiglia è disposta a trattare.
Il nonno ha fama di uomo avaro e intransigente. Quando la mamma di Paul gli gira la richiesta di riscatto oppone un netto rifiuto
È un atto brutale dei rapitori a segnare la vicenda e a cambiare il corso degli eventi. ‘Mandiamo al giornale questo orecchio perché la famiglia da tre mesi ci prende in giro dicendo che non ha soldi per pagare’: queste parole, accompagnate da un pezzo d’orecchio del giovane Getty, arrivano alla redazione de ‘il Messaggero?.
La madre riceve anche una lettera del figlio e le foto di Paul in condizioni pessime: ‘se dopo questa lettera non succederà nulla, aspetterò la morte a soli 17 anni’, dice il biglietto scritto dal ragazzo.
È al giornale ‘Il Tempo’ che arriva invece direttamente una telefonata dei rapitori.
Una voce dal tono basso, con accento calabrese, chiede se la testata sia interessata a ricevere foto di Getty senza l’orecchio. L’uomo spiega al cronista dove andare e fa trovare sull’autostrada Roma-Napoli un barattolo con le immagini all’interno.
I sequestratori, tramite i giornali, vogliono parlare all’opinione pubblica, cercando addirittura di portarla dalla loro parte.
E l’opinione pubblica così osserva più da vicino i ricchi, coloro che ostentano la loro fortuna, e segue con morbosità il caso del giovane Getty.
Con la crisi economica, intanto, i partiti attraverso l’IRI pensano di entrare nell’economia acquisendo imprese più grandi e improduttive. Diventano di stato la chimica e i panettoni, le automobili e i pomodori in scatola, e per comprare lo Stato invade il mercato con immissioni massicce di obbligazioni.
È il 1973 l’anno del grande indebitamento pubblico. Il 22 novembre, Aldo Moro, per varare i decreti di austerità, chiede aiuto a Berlinguer che decide di dargli il suo consenso. Il risultato è il divieto di circolazione per le auto nei giorni festivi, i pesanti aumenti della benzina, lo stop alle ore 23 per le trasmissioni televisive, i cinema, i ristoranti e bar. Questa la vita che facevano gli italiani in quel periodo.
Nei primi 70 in Italia si sequestrava già per estorsione, un fenomeno antico esportato dalla Sardegna dei pastori e della ‘ndrangheta calabrese. Ma in quegli anni sardi e calabresi decidono di andare fuori dai confini regionali e Roma e Milano sono le prime città a essere colpite.
Dopo la mossa dell’orecchio mozzato, la famiglia paga 1 miliardo e 700 milioni.
I sequestratori lasciano a tutti la sensazione di essere stati sì rozzi e brutali ma di aver colpito i ricchi e non i poveri.
Paul Getty III è liberato il 15 dicembre del 1973, dopo 5 mesi di segregazione. Lo trova un camionista di passaggio all’imbocco dell’autostrada all’altezza di Lauria, sulla Salerno-Reggio Calabria.

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