La trasmissione La Storia Siamo Noi di Giovanni Minoli linkata per chi non riesce a visualizzare dal sito Rai.tv causa “malfunzionamento” dello script silverlight …
La lunga diretta della tragedia di Vermicino
Il 10 Giugno 1981 l’italia si ferma.
Le televisioni trasmettono le immagini del paese di Vermicino, nei pressi di Roma dove un bambino di 6 anni, Alfredo Rampi è caduto in un pozzo artesiano.
La vicenda si trasforma immediatamente, per la prima volta in Italia, in un fenomeno mediatico in cui milioni di persone seguono in diretta tv la vicenda, trasmessa a reti unificate. la diretta piu lunga della storia, da venerdi 12 giugno a sabato 13 giugno. La polizia accorre sul luogo in serata, chiamata dai genitori e localizza il bambino. Poco dopo mezzanotte arrivano i Vigili del Fuoco. Il pozzo è largo 30 cm, profondo 80 metri. Si pensa che Alfredino si sia bloccato a 36 metri: scivolerà invece fino a 60.
Una tv locale si precipita sul posto a registrare il primo tentativo di salvataggio con una tavola di legno, metodo proposto da un gruppo di speleologi: ma si rivelerà un fallimento totale. Il Comando dei Vigili del Fuoco li allontana quindi senza riserve: il tentativo ufficiale sarà scavare un pozzo parallelo con una trivella. Si fa un appello tv per reperirla. Prontamente, risponde un privato.
Le immagini, intanto, sono sempre piu tragiche Un microfono calato nel pozzo diffonde i lamenti agghiaccianti del piccolo e le grida della madre.
A Vermicino, intorno al pozzo si raduna una folla di migliaia di curiosi e volontari. Compaiono, a vendere generi alimentari, anche gli ambulanti.
Isidoro Mirabella, un coraggioso volontario, si cala nel pozzo nella serata di Giovedì. Venerdì pomeriggio il Presidente Pertini arriva facendosi largo tra la folla. In serata, il colpo di scena: Alfredino è caduto troppo in basso e la trivella e inutile. Bisogna calare gli speleologi, che fin dall’inizio avevano criticato l’uso della trivella.
Secondo Tullio Bernabei, è ormai un’impresa disperata. È lui a calcolare la vera distanza cui si trova Alfredino: oltre 60 metri. I candidati si scambiano il testimone: Claudio Aprile poi Angelo Licheri, infine un nano ed un contorsionista. L’ultimo tra loro, Donato Caruso, annuncia la tragedia: Alfredino non si muove più. È morto.
Dopo 60 ore di reality show, la folla si scioglie: lo spettacolo è finito.
I 21 milioni di italiani che hanno seguito la vicenda in Tv cambiano canale: tornano all’attentato al Papa, alla loggia P2, alle Brigate Rosse.
Solo a 31 giorni dalla caduta, verrà recuperato il corpo di Alfredino.
Ad anni di distanza, ancora ci si interroga sulle ipotesi dolose dichiarate nulle dalla procura di Roma. La caduta è stata davvero casuale oppure qualcuno ha spinto il bambino, e perchè. E che cosa ha fatto di una vicenda di cronaca un evento mediatico di portata nazionale. E forse proprio da quel momento che nasce l’era della televisione, la televisione spettacolo che fa tutt’uno con il suo pubblico.