Tra gli anni ’50 e gli anni ’70 del Novecento, l’ambizione a un uso pacifico dell’energia atomica ha impegnato vasti settori della ricerca scientifica internazionale. Ben prima della manipolazione genetica, dunque, molti alimenti sono stati modificati attraverso trattamenti chimici o per irraggiamento radioattivo. Da tale pratica sono “nate” oltre 2000 varietà agricole geneticamente modificate (cereali, frutta, ortaggi), molte delle quali sono a tutt’oggi cultivar di riferimento nell’agroalimentare, e nella quasi totalità dei casi, all’insaputa dei consumatori.
Un eclatante caso italiano è rappresentato dal grano Creso, brevettato nel 1975 dal Comitato nazionale per l’energia nucleare (oggi ENEA). Questo frumento modificato per mutagenesi, così come altre varietà incrociate del Creso, sono oramai parte della nostra alimentazione quotidiana.
Nelle direttive comunitarie che regolamentano l’immissione degli OGM, infatti, i prodotti modificati per mutagenesi (e non per manipolazione diretta compiuta in laboratorio) non sono riconosciuti, e dunque regolamentati, come Organismi Geneticamente Modificati, pur essendolo a tutti gli effetti.
Ma la tenacia di alcuni piccoli coltivatori sta riportando alla ribalta i cosiddetti “cereali antichi”, cioè varietà della tradizione agraria che non hanno subito modificazioni artificiali.
Un documentario che non vuole scatenare battaglie in nome dell’ OGM FREE , ma che rivendica a piena voce il diritto del consumatore ad essere informato.