Operation Cast Lead (Operazione Piombo Fuso), Gaza 2009

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Terminata l’operazione Piombo Fuso, il 18 gennaio 2009, gli attivisti della ONG pacifista israeliana “Breaking the Silence” decisero di aprire immediatamente un’indagine indipendente sulla condotta dell’Esercito di Tel Aviv durante le tre settimane delle offensiva contro la Striscia di Gaza.

L’imponente dispiegamento di forze e la violenza senza precedenti con cui Israele aveva attaccato città e villaggi nella Striscia uccidendo più di 1400 palestinesi, per lo più civili, segnalavano una svolta inquietante nelle scelte politiche e militari del Governo israeliano in merito al conflitto contro i palestinesi.

Alla pubblicazione dei risultati dell’inchiesta, la ONG pacifista fu duramente attaccata dai media israeliani e la credibilità dell’inchiesta fu messa in discussione soprattutto perché la maggior parte dei reduci che avevano accettato di parlare davanti alle telecamere avevano chiesto di essere resi irriconoscibili nelle immagini, tuttavia i contenuti sconcertanti delle loro testimonianze non passarono inosservati tanto che in seguito esse furono inserite tra gli atti dell’indagine della Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite incaricata di far luce sui crimini di guerra e contro l’umanità probabilmente commessi dalle Forze Armate Israeliane durante l’Operazione Piombo Fuso.

Israele negò ogni forma di collaborazione a tale inchiesta e, anzi, fece il possibile per ostacolarne il regolare svolgimento negando addirittura il permesso di transito sul proprio territorio agli incaricati delle Nazioni Unite i quali furono costretti a passare attraverso l’Egitto per interrogare i testimoni a Gaza.

L’indagine della Commissione ONU presieduta dal Giudice R.Goldstone giunse alla conclusione che i sospetti nei confronti dell’Esercito Israeliano si basavano su prove più che circostanziate e chiese il processo dei responsabili politici e militari israeliani presso il Tribunale Internazionale dell’Aja. Israele respinse fermamente ogni accusa e non accettò di essere sottoposto a giudizio.

Dopo circa un anno il Giudice Goldstone (sudafricano di origini ebraiche), in aperto contrasto con gli altri membri della Commissione ONU, abiurò il verdetto dell’indagine affossando di fatto ogni possibilità che i responsabili dei crimini commessi dalle Forze Armate Israeliane a Gaza durante l’Operazione Piombo Fuso (Cast Lead) fossero processati e giudicati da un tribunale internazionale.

Ancora in attesa di giustizia, la cosiddetta Comunità internazionale e la popolazione palestinese assistono in silenzio a nuovi massacri (Operation “Pillar of Defense”, Gaza, 2012).

In questi video, Yehuda Shaul, ex sergente dell’esercito israeliano e fondatore della ONG pacifista Breaking the Silence, ci aiuta a comprendere il significato e il peso delle testimonianze rese dai reduci dell’operazione Piombo Fuso durante l’indagine condotta dalla sua organizzazione e gentilmente concesse per la pubblicazione di questo documento.

– Intervista a Yehuda Shaul realizzata da Alberto Gigante – Gerusalemme, marzo 2011
– Video-testimonianze per gentile concessione di Breaking the Silence.

Per saperne di più sulla ONG pacifista israeliana: www.breakingthesilence.org.il

– Riprese e montaggio: Alberto Gigante
– Traduzioni a cura di: Francesca Marti e Alberto Gigante.

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