Report Extra – La legge del Muos

La trasmissione Report Extra di Milena Gabanelli linkata per chi non riesce a visualizzare dal sito Rai.tv causa “malfunzionamento” dello script silverlight …


28/05/2013

Muos sta per Mobile User Objective System, ed è il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate Usa. È composto da 5 satelliti e 4 stazioni a terra, di cui una a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Ma da mesi i cittadini presidiano l’area notte e giorno per ostacolare i lavori.

Secondo l’accordo stipulato tra ministero della Difesa e Marina statunitense nel 2006, l’impianto poteva essere costruito se e solo se fosse stato garantito il rispetto della legge italiana per le emissioni elettromagnetiche. E la legge prevede che prima di autorizzare un impianto venga fatta una previsione dettagliata del campo che sarà presente sul territorio una volta azionato.

 Il problema è che in quella base di antenne ce ne sono già 46. Lavorano a tutte le frequenze, e per conoscere esattamente il campo che creano servirebbe uno studio dettagliato e centinaia di misurazioni. Ma i dati necessari mancano perché sono coperti da segreto militare, e le misurazioni sono poche e fuori norma. E le poche che ci sono dimostrano che nella migliore delle ipotesi siamo al limite dei 6 V/m imposti dalla legge. Basta aggiungerci una goccia, ed ecco superati i limiti, e quella goccia si chiama Muos.

 Secondo una relazione dei professori Zanforlin e Livreri dell’università di Palermo però, tutti questi dubbi sono infondati, perché in realtà il Muos non si aggiungerà alle vecchie antenne, ma le sostituirà, con enormi benefici per la popolazione. Ma documenti ufficiali dove gli Usa scrivono nero su bianco che il Muos sostituirà le altre antenne non ci sono e quindi, invece che sulla base della legge italiana, le autorizzazioni andrebbero rilasciate sulla fiducia. Una fiducia che i niscemesi ormai hanno perso da anni.

video
play-sharp-fill

Leggi anche:

REPORT – Un occhio di riguardo *

Ad aprile di tre anni fa eravamo in pieno lockdown...

Report – La frazione di Prosecco *

Dal 2009 un decreto ministeriale ha stabilito che l’uva chiamata prosecco per legge sin dal 1969 dovesse cambiare nome e diventare glera.

Lascia un commento