Cos’è il latte UHT?

Lasciamo solo per un secondo da parte il punto principale per cui dovremmo astenerci dal consumo di latte (ovvero lo sfruttamento e morte che l’industria del latte produce), mettiamo anche da parte il pessimo gusto delle persone che lo consumano, in quanto il latte UHT fa veramente schifo, rispetto al latte pastorizzato…

Il latte UHT, infatti, che altro non è che l’acronimo di Ultra High Temperature, per conservarsi più a lungo, subisce appunto un trattamento ad altissima temperatura, che consiste nel trattare il latte omogeneizzato e preriscaldato ad almeno 135°C (con punte di 145°C) attraverso l’impiego di vapore acqueo surriscaldato dai 3 agli 8 secondi.

Si parla di UHT a sistema “indiretto” quando la sterilizzazione del latte avviene tramite scambiatori di calore (piastre o tubi), mentre viene detto UHT “diretto” (Uperizzazione TM°) quando la sterilizzazione del latte avviene in contatto diretto con il fluido riscaldante cioè il vapore acqueo, che viene rievaporato nella successiva fase di raffreddamento flash sotto vuoto.

In genere il trattamento diretto dà luogo ad un prodotto organoletticamente migliore del trattamento indiretto, grazie a un ridotto “effetto termico”.

Si intuisce facilmente che un trattamento del genere, a temperature elevatissime, modifichi, o per meglio dire degradi, le proprietà nutritive del latte.

Infatti il latte UHT subisce una inattivazione parziale delle vitamine: si può perdere fino a circa il 50% di vitamina C, il 30% di vitamina B1 e di vitamina B6, il 50% di acido folico e il 50% di vitamina B12.

Il processo UHT causa inoltre una caramellizazione degli zuccheri che da il pessimo sapore di cotto, la denaturazione delle proteine e sieroproteine ed infine la produzione di complessi cancerogeni.

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3 commenti

  1. Ecco, bravo, lasciamo da parte il punto principale, perché il latte UHT svizzero NON FA ASSOLUTAMENTE SCHIFO. Anzi, io ci faccio pure la ricotta! Comunque grazie per le interessanti nozioni vitaminiche.

    • Luigi Quintavalle

      Il punto principale sarebbe “lo sfruttamento e morte che l’industria del latte produce”, ma comunque anche tralasciando questo, sarei curioso di sapere la marca di tale “bontà”.
      Ben inteso, non sto sminuendo la sua affermazione, e sono conscio che ciò che viene commercializzato in italia non sia il massimo della qualità, ma se tale marca fosse presente sugli scaffali nostrani, potrebbe interessare chi “frequenta” questa pagina.

      La democrazia si esprime in due modi :
      1 – ogni 5 anni tracciando un segno su una scheda,
      2 – ogni giorno facendo la spesa.

      Grazie.

    • Nessuna marca particolare. Suppongo che sia ciò che mangia la mucca svizzera.
      Quello germanico non lo comprerei, in Sudafrica ne ho provato uno fresco di mungitura giallastro e poco aromatico. A casa, bevuto caldo nel caffè prendeva invece il sapore tipico del latte “andato a male”. Il contadino ci ha confessato poi, che aggiungeva il latte non venduto a quello fresco. Non so se si faccia anche in Europa…
      In Svizzera sta succedendo qualcosa di molto bello: considerando il prezzo molto basso del latte, sembra che i vitelli vengano lasciati presso le loro madri fino allo svezzamento.
      Cordiali saluti
      Carmen

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