Il tenente della polizia provinciale di Potenza Giuseppe Di Bello mostra lo stato in cui versano i terreni della Val d’Agri, in Basilicata, vicino al lago Pertusillo e ai pozzi di estrazione e di reiniezione del petrolio.
di Edoardo Bettella
«Si vede il colore scuro? Si sente il cattivo odore? Questo non è un odore naturale, questo non è un odore di fogna. È un odore chimico, arriva da sotto il suolo. E provoca questa lingua sul terreno adibito a uso pascolo. Si mangia tutta l’erba, corrode, non riesce a far sopravvivere nemmeno i vegetali».
Popoff in un precedente articolo ha già accennato a Giuseppe Di Bello, tenente della polizia provinciale di Potenza, prima persona a denunciare l’inquinamento delle acque del lago Pertusillo e, più in generale, della Val D’Agri, in Basilicata. Per aver ottemperato al suo dovere da cittadino (quando aveva raccolto i dati, infatti, non era in servizio), era stato accusato per rivelazione di segreto d’ufficio, e condannato. In primo grado a due mesi e venti giorni, senza pene accessorie. In appello, addirittura a tre mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici.
Lo ritroviamo, in questo video del 2013, mentre accompagna un videoreporter per le terre della Val D’Agri, e mostra in modo inequivocabile lo stato di inquinamento dei terreni, da cui fuoriesce acqua torbida e puzzolente e delle acque del Pertusillo, piene di immondizia e fanghi oleosi.
«Stiamo assistendo, continuativamente, da mesi, ad un fenomeno estremamente importante: in un terreno adibito a pascolo, da dentro il terreno fuoriescono liquidi di colore nerastro, che fumano e hanno anche un cattivo odore. Dove passano questi liquidi si brucia l’erba. E cambia il colore delle pietre».
«Le “camicie” del pozzo “Costa Molina 2”, probabilmente, hanno delle lesioni, non sono manutenzionate. Perché quello che esce fuori nei territori circostanti, e sempre più frequentemente, sono questi liquidi di colore nero maleodoranti e anche fumeggianti. Spesso, e volentieri, non si sono curati di capire se l’incamiciatura di questo buco, fino alle viscere della terra, fosse integra oppure no. Il problema, pertanto, passa alla falda, che è in stretto collegamento con l’invaso del Pertusillo».
E sul Pertusillo: «È un immondezzaio in parte galleggiante e in parte tutto impregnato. In mezzo ci sono pure idrocarburi leggeri, fanghi pieni di sostanze oleose, grassi, emulsioni che galleggiano».
Ricordiamo che le acque del Petrusillo forniscono da bere a 2.658.861 pugliesi (oltre a centinaia di migliaia di lucani) e irrigano campi che producono agricoltura biologica consumata in tutta Italia.
L’originale del video è qui.