Quanto sono sicure le centrali nucleari europee? La bancarotta della francese Areva, società pubblica produttrice di reattori, è stata evitata solo grazie all’intervento del governo, mentre non ce l’ha fatta l’americana Westinghouse, nome storico nell’industria del nucleare. Una crisi che colpisce l’intero settore e rischia di ripercuotersi sulla sicurezza. Siamo andati a vedere lo stato dei reattori: alcuni hanno già raggiunto la fase conclusiva del loro ciclo di vita, altri soffrono di drammatici problemi strutturali, per altri ancora sono emerse gravi anomalie che erano state tenute nascoste falsificando documenti e rapporti interni. In un caso addirittura la centrale nucleare è stata costruita a poche centinaia di metri da una faglia sismica attiva, di intensità medio-alta. Nonostante tutto i reattori continuano a essere tenuti in attività, perché i governi non possono permettersi di rinunciare all’energia prodotta da queste centrali. L’Italia ha chiuso con il nucleare negli anni ottanta. Da quella stagione ha ereditato tonnellate di rifiuti radioattivi che per legge dovrebbero essere stoccati in un deposito nazionale appositamente costruito. Sono passati trent’anni e ancora non c’è nulla, nonostante sia stata creata appositamente la Sogin Spa, società pubblica che finora è costata ai contribuenti circa tre miliardi di euro. Report mostrerà in esclusiva un documento che riguarda i siti prescelti per il deposito.
