Cetraro – 1 nave 1000 misteri

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Cerchiamo di fare un po d’ordine nelle notizie che quotidianamente, oramai, i media ci propinano:

  • 18 Aprile 2007 –  Con l’ordinanza n 3 del 2007  firmata dall’allora comandante Sergio Mingrone, la Capitaneria di Porto di Cetraro vietò la pesca nel mare antistante il Comune Calabrese, arsenico e cobalto in quantità tali da “superare il valore di concentrazione delle soglie di contaminazione nei sedimenti marini” e “un valore molto alto per l’alluminio e i valori del cromo”. I campionamenti erano stati predisposti l’anno precedente dalla Procura di Paola ad una profondità compresa tra i 370 metri e i 450 metri nelle acque di Belvedere Marittimo e di Cetraro
  • 12 Settembre 2009 – Su incarico della magistratura, vengono svolti accertamenti che individuano un relitto al largo di Cetraro(CS), dovrebbe essere una delle navi di cui parla il pentito della ‘ndrangheta “Francesco Fonti” la Cunsky, che dovrebbe contenere 120 fusti di materiale radioattivo. Il ritrovamento pone le premesse per una immediata azione delle Istituzioni per riportare a galla la verità fino ad oggi rimasta in fondo al mare. È in gioco la salute dei cittadini e del delicato ecosistema del Mediterraneo.

Legambiente da 15 anni denuncia le “navi a perdere”, affondate in mare volontariamente per smaltire in modo rapido e illegale rifiuti tossici e radioattivi. È bastato che un magistrato volesse fare chiarezza per trovare le prove di quanto più volte denunciato dalla metà degli anni ’90 in numerosi dossier.

Una delle principali battaglie ambientaliste di sempre ha finalmente trovato riscontri inoppugnabili.

Due video articoli di una emittente locale Tele Cosenza appaiono esplicativi della presenza di qualcosa ….

Tele Cosenza 13 e 14 settembre 2009

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  • 22 Ottobre 2009 – La nave Mare Oceano, inviata dal Ministero dell’ambiente partiva dal porto di Cetraro per iniziare le prime analisi proprio su quelle acque. Importante sottolineare che la stessa risulta dell’armatore Diego Attanasio, coinvolto dall’avvocato David Mills nel processo per corruzione.
  • 27 Ottobre 2009 – Il procuratore Grasso si presenta alla commissione parlamentare Antimafia e dice: «Proprio stamane, mi è stato comunicato che gli ultimi riscontri non danno la certezza che si tratti proprio della Cunski, anche se il castello sembra essere compatibile con l’indicazione che viene da Fonti». L’altra ipotesi in campo, aggiunge, «è che si tratti del piroscafo Cagliari», affondato a inizio anni Quaranta. Alle 12,56 l’agenzia Adnkronos batte una nota del ministro per l’Ambiente: «Il relitto al largo di Cetraro non corrisponde alle caratteristiche della Cunski. Il Rov, il robot sottomarino, ha già svolto le misurazioni e i rilievi fotografici del relitto». Detto questo, le indagini continueranno «con il prelievo di sedimenti dai fondali, carotaggi in profondità e prelievi di campioni dai fusti». Informazioni nette, inequivocabili. Alle 13,12: un quarto d’ora dopo. «Finora abbiamo fatto solo esplorazioni acustiche », affermano i proprietari della nave Mare Oceano «Il Rov», aggiunge, «farà altre esplorazioni acustiche e poi quelle visive. Non ci sentiamo di dire con certezza che quella possa o non possa essere la nave Cunski: per noi è ancora troppo presto».

Com’è possibile tanta confusione? Perché il procuratore Grasso si sbilancia a indicare all’Antimafia il nome di un relitto sbagliato? E perché il ministro per l’Ambiente parla di rilievi avvenuti, se chi li compie deve ancora iniziare? Difficile capirlo. Come difficili da interpretare sono le altre sfasature di questa storia. A partire dalle caratteristiche della nave Catania, che stridono con i rilievi svolti sul relitto scoperto il 12 settembre al largo di Cetraro. In quell’occasione fu calcolata una lunghezza tra i 110 e i 120 metri, una larghezza di circa 20 e un’altezza di fiancata attorno ai 10. Invece dal registro navale wrecksite.eu, qui un estratto dal sito per comodità di lettura.

Non stupisce, dopo queste parole, che il consigliere calabrese Maurizio Feraudo abbia lanciato l’ipotesi di un «colossale depistaggio». E che il Wwf scriva al ministro per l’ambiente e al procuratore Grasso per chiedere «una perizia comparata tra il video del Rov incaricato da Regione e Arpacal (a settembre), e quello «della nave incaricata dal ministero (che ha smentito il pericolo)». Sicuramente tutto risulterà perfetto, ma al momento niente torna.

  • 30 Ottobre 2009 – L’emittente Calabrese Telespazio(CZ) trasmette una puntata davvero speciale del talk show “Perfidia“. In studio, c’è un gruppo di pescatori della costa tirrenica per parlare dei fondi a loro sostegno, dopo il crollo delle vendite dovuto al caso “navi dei veleni”. Uno dei pescatori, Franco, non è però d’accordo. Ha saputo che, nel corso di una conferenza stampa, il ministro dell’Ambiente e il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, hanno tranquillizzato tutti: «Il caso è chiuso», ha detto Grasso. La nave di cui il mondo intero ha parlato, a 480 metri di profondità nelle acque davanti a Cetraro, non è la pericolosa Cunski affondata dal pentito Francesco Fonti.

I pescatori, Franco compreso, dovrebbero sentirsi sollevati: fine della paura, riprende la pesca. Invece no. Franco s’infuria e urla: «Negli anni Novanta c’erano sei o sette pescherecci a Cetraro, e due sono andati (quella notte con Fonti) a mettere la dinamite!». A questo punto, nello studio scende il gelo. Gli altri pescatori sono spiazzati ma lui continua, invitando la magistratura a indagare, «a mettere sotto torchio» chi andava per mare in quel periodo. Il giorno dopo, la cassetta del programma viene acquisita dal procuratore capo di Paola. Intanto monta l’angoscia del pescatore Franco, isolato da colleghi e parenti. «La verità non interessa a nessuno», si lamenta con un cronista.

Uno spezzone del video per farvi risparmiare 2 ore di trasmissione, peraltro molto interessante e condotta in modo egregio : complimenti !!

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Inoltre ci tengo a sottolineare, che le indagini sono partite dalle denunce dei cittadini, in merito a strani casi di patologie “radio derivate” e dall’incidenza elevata di malformazioni neonatali.Di seguito alcuni spezzoni di filmati che chi avrà la pazienza di ascoltare, dimostrano che le verità, sono altre. Tali filmati si riferiscono alle indagini in cui sembra essere coinvolto il “naufragio” della nave Jolly Rosso (la ROSSO per la cronaca). Dall’ inchiesta sullo spiaggiamento, oltre al traffico di rifiuti radioattivi emerge quello delle armi, lo spionaggio internazionale, i servizi segreti, la massoneria, e pesanti indizi sull’omicidio di Ilaria Alpi in Somalia.

(…) Si parte dalle rivelazioni sulla morte della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin. Sì passa ai rapporti tra grandi trafficanti d’armi e la ‘ndrangheta. Si continua con lo spionaggio militare e la costruzione di telemine usate dagli argentini nelle isole Falkland. E ancora: si parla del piano per corrompere funzionati e parlamentari europei. Si torna a fare il nome del gran maestro L.G.. Fino all’ultima, grave, novità: il ritrovamento in una discarica abusiva sulle colline calabresi di diossina e altre sostanze tossiche. Tutto questo, e altro ancora, sta emergendo dalle indagini e le audizioni relative al caso della motonave Rosso, spiaggiata nel dicembre del 1990 a Formiciche, in provincia di Cosenza.

23 Maggio 2008 – Fiume Oliva
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Calabria – L’intreccio dei veleni
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30 Aprile 2009 – Fusto recuperato a Paola(CS)

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Crotone – Allarme inquinamento scuole
 
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Inoltre per chi fosse interessato ad approfondire le denunce di Legambiente, potete scaricare questi documenti : 1234.

 Aggiornamento: 24/01/2015

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