ROMA, OMICIDIO A PIAZZA BOLOGNA: UNA STORIA DI SICARI, MANDANTI E SERVIZI SEGRETI. TRA CRIMINOLOGIA E INDAGINI

fienaroli

di Cinzia Marchegiani

Roma – Alla Sala Rubino non c’era un posto libero, fans e appassionati di storia e cronaca erano tutti ad attendere la conferenza stampa con cui Armando Palmegiani e Fabio Sanvitale hanno presentato lo scorso 6 dicembre la loro new entry “Omicidio a Piazza Bologna”, capolavoro inedito di un fatto storico che ha lasciato segni evidenti nell’immaginario collettivo.  Una serata dedicata non solo alla lettura, non solo al noir, ma ad atmosfere d’indagini storiche, sensazioni e sequenze logiche che hanno incantato l’ascolto.  In quella sala la complicità tra i due scrittori e il giornalista Igor Patruno si annusava a pelle… ed è stato come rivivere quei giorni del lontano 1958, quando in Via Monaci, nei pressi di piazza Bologna l’omicidio di Maria Martirano, ritrovata strangolata nella suo appartamento, accendeva riflettori su un giallo passato alla storia come il Caso Fenaroli.

Non vi è dubbio che a Palmegiani e Sanvitale piace l’enigma da scardinare, ma piace ancor di più raccontare le modalità d’investigazione. Come un ladro esperto piace sfidare imprese impossibili ecco che i due, ormai consolidati in questa tecnica investigativa, condividono con i presenti, frammenti, passaggi e particolari importanti… mirabili tecniche di esecuzione che nascono, maturano e si concretizzano durante il lavoro certosino di ricerca… Igor Patruno, giornalista e scrittore ispirato anche lui a delitti inquietanti e avvolti nel mistero, conduce e amalgama queste atmosfere con quella capacità formidabile di accendere il fuoco della curiosità. Non è un semplice caso se è stata affidata a lui la presentazione del nuovo libro.

Ed ecco che la storia di questo delitto alla fine degli anni ‘50 viene analizzando ripercorrendo e studiando carte processuali, giornali, interviste… come davanti ad uno specchio riemergono i volti dei protagonisti, le loro paure, le loro passioni, la loro vita setacciata e analizzata da una gigantesca lente d’ingrandimento. Armando Palmegiani nel dettaglio illustra come la metodologia di investigazione moderna ha dimenticato l’essenza della criminologia, una scienza che non può solo affidarsi alle analisi del DNA, ma che deve riscoprire lo studio del particolare, quell’elemento privo di impronta ma ricco di segnali, di informazioni che vanno rivalutati per chiarire la personalità dei protagonisti o anche semplicemente il sesso. Un mozzicone di sigaretta… prima non era importante per la prova del DNA, ma poteva suggerire indizio semplicemente dal modo cui era spenta…. rituali che affascinavano le indagini e che spesso danno ancora oggi, importanti strumenti logici. Invero, la perizia grafica, una tecnica analitica moderna, ha permesso di ritornare nel passato svelando i volti e le personalità dagli stessi  documenti in deposito, di fatto rendendo più cristallina la relazione anche tra gli stessi attori.  Fabio Sanvitale adora definire questa storia come il più bel delitto del Novecento italiano, poiché è la prima volta che appaiono la figura del sicario e del mandante, elementi di modernità e un intreccio e razionalizzazione del delitto.

Una serata suggestiva, che ha avvolto nel mistero un giallo già controverso, poiché se  esiste una verità processuale ne viene partorita un’altra, quella che gli scrittori fanno emergere dalla loro inchiesta. Non esiste solo il catalogo delle prove, ma prende forma l’abilità di intuizione  che riesce a osservare piccoli particolari che nessuno aveva catturato prima. Esiste una verità processuale agli atti, una storica forse mai accreditata e una in cerca di essere scoperta, quella che gli autori donano ai lettori, perché esiste il dubbio e la ricerca della soluzione dell’enigma perfetto.

Omicidio a Piazza Bologna, Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti, riporterà alla memoria altre verità, dove si fa strada un’ipotesi che ha validi motivi per scardinare e condannare un errore giudiziario. Un opera piena di fascino, di mistero, scritta a due mani  dalla genialità di dialoghi che consacrano, per la terza volta con la Sovera Edizioni, Palmegiani e Sanvitale  protagonisti del noir….moderno, ma neanche troppo!

Una conferenza stampa che diventa anch’essa modernità, l’arcano è spiegato con deduzione  logica e premesse inaspettate. Chiudendo gli occhi, prende vita il racconto guidato dalle voci degli stessi scrittori, come un appuntamento alla radio si spalanca un mondo affascinante, dove i volti sono reali, gli ambienti descritti diventano quotidiani e quella storia di sospetti e inganni è la madre della curiosità che si impadronisce dei pensieri e inseguono il finale che, come anticipato anche dal titolo, promette incredibili rivelazioni.

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