La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è il tributo che i Comuni applicano sulla base del costo totale del servizio di raccolta e successivo smaltimento dei rifiuti usando come parametro la superficie dei locali di abitazione e di attività dove possono avere origine i rifiuti.
Con Sentenza n. 5298 del 5 marzo 2009, la Corte di Cassazione ha stabilito chel’IVA del 10%, normalmente addebitata sulle bollette della tassa sui rifiuti, è illegittima. La Corte di Cassazione, allineandosi con l’orientamento degli altri Paesi dell’Unione europea, ha stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, è una tassa e non una tariffa e pertanto non è addebitabile l’IVA.
Tale importante decisione si traduce nella facoltà per i contribuenti di richiedere ai Comuni, la restituzione delle somme indebitamente versate a titolo di imposta sul valore aggiunto (Iva) sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti negli ultimi dieci anni.
Procedura di ricorso e rimborso IVA
Con in mano la prova del pagamento negli ultimi dieci anni della Tarsu sulla quale è stata calcolata la voce Iva al 10% , potrete richiederne il rimborso. Inizialmente è sufficiente, anche con l’aiuto di un legale di fiducia, diffidare l’amministrazione comunale a tale adempimento.
Il primo passo da effettuare, è la richiesta di rimborso, un modulo da compilare, allegando le copie delle cartelle esattoriali di imposizione (fino a 10 anni prima, se le conservate).
Il suddetto modulo lo trovate QUI .