di Cinzia Marchegiani.
Dopo le ultime notizie che vedono al centro di inchieste in diverse procure d’Italia in merito ai molteplici decessi avvenuti in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino FLUAD, e con un report che sembra crescere di giorno in giorno, non passano inosservate le interviste che lo stesso direttore generale dell’AIFA, Luca Pani ha rilasciato ai giornali. Il 28 novembre 2014, in piena tempesta mediatica sullo scandalo del vaccino FLUAD, lo stesso Luca Pani al giornale Repubblica rilasciava un’intervista, a firma di Corrado Zunino e sotto il titolo Luca Pani: “Come Aifa eravamo obbligati a intervenire ma sono sicuro che non c’è pericolo, lo stesso dichiarava: “Io mi sono vaccinato con il Fluad un mese e così tutti i miei familiari”.
Ma il caso di malasanità si espande a macchia di leopardo, non solo, ma ci sono malumori anche da parte delle stesse regioni che rimandano al mittente la mancata osservazione del principio di precauzione in attesa che si abbia l’esito delle indagine, e così arriva lo SHOW FLUAD andato in onda a Porta a Porta, dove durante la stessa trasmissione, Bruno Vespa e lo stesso Luca Pani si sono fatti inoculare il vaccino FLUAD. Uno show… la comunicazione istituzionale è in mano ad uno show? Gaffe per Luca Pani che forse aveva dimenticato la suddetta intervista che cercava di rassicurare la bontà e la sicurezza dei prodotti in commercio, ma ora gli spettatori chiedono:”cosa c’era nelle fiale che è stata somministrata?
E il web impazzisce, siamo in mano ad una campagna mediatica senza precedenti, manca il rispetto per le persone che comunque sono morte in seguito alla somministrazione di questo vaccino Fluad.
Il principio di precauzione non è stato applicato poiché si continua a dire che la campagna vaccinale è sicura, e viene spiegata in termini di calcoli matematici dalla stessa agenzia AIFA: ”anche se i lotti coinvolti sono passati da 2 a 6 per un totale di 1.357.399 dosi le segnalazioni sono pervenute tramite la Rete Nazionale Farmacovigilanza con un range temporale da immediato (stesso giorno del decesso) a 13 giorni dopo. Se tutte le dosi di questi 6 lotti fossero state somministrate, la percentuale di decessi passerebbe dallo 0,001% (1,2 ogni 100.00) allo 0,0009% (0,9 ogni 100.00) con una diluizione del 25% del segnale. Se ne fossero state somministrate anche solo la metà, il numero di decessi sarebbe comunque inferiore di centinaia di volte rispetto a quanto atteso nella stessa popolazione non vaccinata (circa 8.000 all’anno decessi per complicanze dell’influenza).” Continua nel suo comunicato l’Aifa a giustificare la propria presa di posizione, nonostante in attivo ci siano decessi sospetti ancora non chiariti asserendo:” anche solo il 10% delle reazioni avverse fossero segnalate (e l’AIFA non ha motivo di credere che la nostra RNF sia così carente), ci sarebbero 13 decessi al giorno e non invece 12 in 22 giorni, che corrispondono al 4% del minimo atteso.”
Siamo certi che lo scorso anno siano morti 8.000 persone per l’influenza stagionale? E poi ancora, l’AIFA che non ha motivo di credere che la Rete Nazioanle di farmacovigilanza sia carente, ha rimosso dalla sua memoria un comunicato datato 13 novembre 2014 dove aveva bacchettato con un richiamo i medici e gli operatori sanitari poiché è stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa. Altro che gaffe, ma davvero la sanità è diventa esclusivamente un operazione commerciale?
Un pensiero in questo momento è rivolto ai familiari che hanno perso un parente o che ancora sono ricoverati in ospedale e stanno combattendo l’ultima battaglia più importante….
fonte: http://osservatoreitalia.it/index.asp?art=2644