Insieme, dalla piazza – Civico 117a

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Eccolo, finalmente il giorno tanto atteso è arrivato. Approfittando di una trasferta lavorativa, alla fine degli impegni che mi hanno portato lontano da casa, mi accingo come “uno scolaretto che non vede l’ora”, a salire sulla metro direzione Piazza Montecitorio.

Ho la spalla appesantita dall’inseparabile attrezzatura video, 10/12 kg di tecnologia (un pò datata ma efficiente), a cui prima di partire ho aggiunto un microfono di gran marca appositamente studiato per la registrazione della voce (era da tempo che ne meditavo l’acquisto).

Prima della partenza, in realtà da giorni, avevo stilato una serie di domande da rivolgere ai protagonisti (gli utilizzatori finali del mio essere concitato), messe in bella su un taccuino, di quelli con la spiralina e la copertina rigida che non sgualcisce, di quelli per capirci che fanno bella figura quando li maneggi.

Finalmente abbandono il mezzo di trasporto, salgo lentamente ma deciso una infinità di scalini, la stanchezza già mi assale e a dirla tutta anche un po’ di affanno, una rapida domanda alla prima divisa che incontro, e ripetendomi la risposta per fissarla nella memoria, via di suola e tacco, direzione prefissata : Civico 117a.

Appena 10 minuti di strada, la spalla non sente (quasi) più il peso, il passo si fa più deciso, e l’affanno pure.

Finalmente in un pomeriggio romano soleggiato, ecco la mia destinazione, la tenda blu, quella che per qualche giorno si è potuta scorgere anche sulle mappe di google, ma che ora è nuovamente scomparsa.

Indugio nel tirare fuori la telecamera, vorrei prima almeno avvisare che farò delle riprese, in fondo mi sembra come di voler entrare in casa d’altri e violare l’intimità del domicilio …

Ecco le persone che sono venuto ad incontrare ed intervistare, Sandro e Sara, mi accingo ad andargli incontro, conscio che i capelli lunghi e la barba potrebbero creargli delle difficoltà nel riconoscermi (così non è), lascio scivolare via l’emozione di incontrarli per la prima volta, e mi dedico ad abbracciali stretti stretti, per quello che mi consente la posizione (credo anche di aver esagerato nelle effusioni).

Sono emozionato, mi ricordo di aver sentito la stessa stretta allo stomaco il primo giorno di scuola, e ne son passati di anni e di acque sotto i ponti …  

Non si possono descrivere quei momenti (che cerco di affidare a queste righe) so solo che mi trovavo nel luogo più visitato della capitale, al quale stavo allegramente dando le spalle, ignorandone completamente l’importanza ??!!

Sono stato immediatamente rapito da quelle sensazioni, da quelle persone, così rapito da non accorgermi neanche della vicinanza di altri amici che avevo, per giunta, contattato e che insieme a Sandro desideravo incontrare.

Ho passato ore che mi son scivolate addosso, mi son sembrati secondi, solo ora a distanza di 24 ore ho contabilizzato, rendendomi conto di come in “pochi secondi” si possa ripercorrere giorni, tanti giorni, 670 giorni per l’esattezza !!

Non ho nemmeno pensato a tirar fuori la videocamera, mi è sembrato così importate respirare quell’aria di solidarietà, è stato più importante essere complice di quella necessità di giustezza, respirare l’intimità del luogo, che si estende di parecchio intorno alla tenda, e che sembra avvolgere coloro che la intersecano, fisicamente o con lo sguardo.

Eroi ed Eroine, volutamente non faccio i nomi, perché non sarebbero sufficienti ad identificare i valori (che come è noto non hanno nomi e cognomi), GRAZIE di esistere e di avermi donato tanto, vi porterò per sempre nel cuore !!

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