#noObbligoVaccinale

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Egregi Onorevoli egregi Senatori,

vi state apprestando a discutere il Disegno di legge S.2679Disposizioni per la reintroduzione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’ammissione alle scuole di ogni ordine e grado” e sottoponiamo alla vostra attenzione questa riflessione con l’intento di tutelare il diritto alla salute e il diritto all’istruzione di tutti i bambini.

Le vaccinazioni previste dal Piano Nazionale Vaccini rappresentano uno strumento razionale e prezioso contro le malattie verso cui sono rivolte, ma impedire l’accesso scolastico di ogni ordine e grado a quei bambini che per scelta dei genitori non le hanno eseguite, rappresenta un atto discriminatorio in netto contrasto con l’articolo 32 della Costituzione, e con il diritto all’istruzione, riconosciuti dalla Convenzione di Oviedo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Occorrono trasparenza e chiarezza. Introdurre norme restrittive in assenza di epidemie o di deterioramento delle condizioni socio-sanitarie, è una scelta a parer nostro non giustificabile né dal punto di vista medico né dal punto di vista delle finanze pubbliche.

L’obbligo vaccinale è stato istituito in Italia in un’epoca storica caratterizzata da una situazione culturale, sociale ed epidemiologica differente da quella attuale. Per la vaccinazione contro la difterite l’obbligo risale al 1939, per l’anti-polio al 1966, per l’anti-tetanica al 1968, e infine al 1991 per l’anti-epatite B.

Successivamente, nonostante l’introduzione di altre vaccinazioni, si è optato per il superamento dell’obbligo, anche in base al parere del Consiglio Superiore di Sanità che, nella seduta del 15 novembre 1995, “ravvisava l’opportunità di considerare, in virtù dell’evoluzione culturale ed economica della società italiana, lo spostamento delle vaccinazioni dagli interventi impositivi a quelli della partecipazione consapevoli della comunità” (citazione tratta del PNV 1999-2000).

Con il Decreto 355 del Presidente della Repubblica del 26 gennaio 1999 è stato abolito l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. Il piano vaccini del 2005-2007 identificava alcuni requisiti necessari per permettere alle regioni di sperimentare la sospensione dell’obbligo, misura realizzata dal Veneto a partire dai nati del 2008.

L’ attuale discussione sull’emergenza vaccini che ha portato alla presentazione del DdL in oggetto nasce dalla riduzione delle coperture vaccinali; questa è di entità tale da non porre il Paese in una situazione di pericolo concreto e imminente, soprattutto per quel che riguarda le vaccinazioni contemplate dall’obbligo (anti-difterite, tetano, polio e epatite B) dal momento che:

  1. Tale calo dovrebbe essere brusco e rilevante, o prolungato nel tempo per comportare un pericolo reale e imminente di epidemie. Il calo attualmente osservato è iniziato nel 2013, ma solo nel 2014 (bambini nati nel 2012) il dato italiano dei vaccinati entro il secondo anno di vita è sceso sotto la soglia del 95%. I nati negli anni precedenti hanno coperture (tenendo presente il dato complessivo italiano) superiori alla soglia “di preoccupazione” e quindi la diminuzione della percentuale di vaccinati negli ultimi anni ha un impatto al momento minimo sulla protezione della popolazione.
  2. I dati sulle coperture a 36 mesi (nati nel 2012) pubblicati sul sito del Ministero della Salute, riportano un aumento da 94,7 a 95,4% della percentuale di bambini vaccinati con gli “obbligatori”, con 13 regioni al di sopra della soglia del 95%. Questo potrebbe indicare che, almeno per alcuni vaccini, il calo nei primi due anni di età potrebbe essere in parte recuperato dai ritardatari. Attualmente, in attesa di conoscere le coperture a 36 mesi, possiamo quindi affermare che solo per i nati del 2013 la percentuale di vaccinati è inferiore al 95%.
  3. Non sappiamo ancora se il calo sia destinato a continuare nel tempo. Alcuni dati provenienti dal Veneto e dal Trentino indicano che la diminuzione si è interrotta. Lo stesso potrebbe essere avvenuto in Lombardia, stando ai dati riferiti ai media dall’Assessore Gallera.
  4. Per le vaccinazioni obbligatorie anche una percentuale di vaccinati leggermente inferiore al 95% non è un fattore di rischio di epidemia. Non lo è sicuramente per il tetano (che non è contagioso) e per l’epatite B (che ha una contagiosità molto bassa), ma nelle condizioni attuali anche per poliomielite e difterite, per le quali potrebbero essere sufficienti coperture superiori al 90%.

Crediamo fermamente che solo aumentando la fiducia dei genitori nelle istituzioni e coltivando il rapporto medico-paziente, con il dialogo e non con la coercizione, si possa aumentare il numero di persone che vaccinano.

La libertà di scelta può essere limitata in occasione di epidemie o di emergenze sanitarie, oggi del tutto assenti nel nostro Paese, dove è invece in atto una censura nei confronti di chi mette in pratica comportamenti sanitari differenti. Penalizzare i bambini non vaccinati senza uniformare e migliorare l’offerta vaccinale, senza fornire informazioni chiare e trasparenti sui dati epidemiologici delle malattie, senza riformare e rafforzare la vaccino-vigilanza, senza fornire dati certi sulle reazioni avverse, senza dare conoscenza e piena attuazione alle Leggi 210/92 e 142/01 che sanciscono l’esistenza di “rischi e complicanze dei vaccini” rappresenta l’ennesima occasione persa per creare politiche vaccinali capaci di coinvolgere attivamente le famiglie ed accompagnarle in un percorso consapevole nella tutela della salute dei bambini e della popolazione.

L’approvazione di tale normativa sarà vista come uno strumento inutilmente punitivo che causerà nei genitori ancora maggiori contrapposizioni ideologiche, senza risolvere i problemi reali dell’esitazione vaccinale. Si produrrà un’ulteriore riduzione della fiducia dei cittadini, si realizzerà una sconfitta per le Istituzioni, per gli amministratori politici e per gli operatori sanitari incapaci di fornire interventi educativi e formativi, preferendo ricorre alla coercizione ingiustificata.

Non si deve stravolgere l’articolo 34 della Costituzione, che afferma: “La scuola è aperta a tutti”. La recente Riforma della Buona scuola propone un’offerta formativa più ricca ed estesa alla fascia di età 0-6 anni, senza porre in contrasto i due diritti costituzionalmente garantiti, quello all’Istruzione e quello alla Salute.

Vi chiediamo pertanto che il disegno di legge dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione ad ogni scuola di ordine e grado in Italia non sia approvato.
Confidiamo che vogliate organizzare incontri con i cittadini per avviare un dialogo costruttivo su un tema così delicato ed importante che coinvolge la salute e la formazione di quanto abbiamo di più caro al mondo: i nostri figli, il futuro di questa società.

Invia una mail al SENATO DELLA REPUBBLICA

 

12° COMMISSIONE PERMANENTE (Igiene e Sanità)

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7° COMMISSIONE PERMANENTE (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport)

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5° COMMISSIONE PERMANENTE (Programmazione economica, bilancio)

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2 commenti

  1. Sempre per la libertà…non si può obbligare nessuno …soprattutto se potrebbero esserci reaZioni avverse …ognuno deve poter decidere per se …

  2. Se venisse introdotta l’obbligatorietà, colliderebbe con l’articolo 32 della Costituzione, ed i vaccinisti ad oltranza sarebbero rintuzzati dalla Corte Costituzionale.
    Cerchiamo di mantenere vivi i nostri piccoli, limitati, sempre più erosi spazi di diritti e democrazia!

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