SIGONELLA – Un evento dimenticato

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Il 7 ottobre 1985, di lunedì, un commando palestinese sequestra la nave da crociera Achille Lauro con a bordo 545 passeggeri mentre si trova in acque egiziane e la dirotta verso la Siria.

Il giorno successivo la nave è in vista della Siria, che tuttavia non consente all’approdo. I dirottatori uccidono il cittadino americano d’origine ebraica Leon Klinghoffer.

La notizia giunge immediatamente in patria. Scattano a quel punto complesse trattative tra il commando e l’OLP, che ottiene di far rientrare l’Achille Lauro a Port Said, in Egitto, dove gli ostaggi vengono liberati.

Siamo ormai giunti al 10 ottobre ed il governo statunitense reclama l’estradizione del commando palestinese alle autorità egiziane.

Interviene Bettino Craxi, da sempre vicino alla causa palestinese, che avvia trattative con l’OLP affinchè i quattro dirottatori siano giudicati in Italia.

Diritto della navigazione e diritto internazionale alla mano, infatti, una nave è territorio della bandiera che batte e per tale ragione l’assassinio di Leon Klinghoffer deve considerarsi avvenuto in Italia.

Nel frattempo, però, Hosni Mubarak ha già preso la decisione di spedire il commando in Tunisia, che negli ultimi anni di Bourguiba è divenuta quartier generale dell’OLP.

I quattro dirottatori, due intermediari palestinesi nominati da Arafat, Abu Habbas ed Hani el-Hassan, un ambasciatore egiziano ed alcuni uomini del servizio di sicurezza del Cairo vengono così imbarcati su un aereo di linea appositamente requisito dal governo al quale, tuttavia, Tunisi nega il permesso d’atterrare.

A quel punto l’aereo viene intercettato nel Canale di Sicilia da caccia statunitensi F14.

Washington chiede al governo italiano di poterlo far atterrare presso la base NATO di Sigonella, in provincia di Siracusa. Craxi concede l’autorizzazione. E’ ormai la mezzanotte di giovedì 10 ottobre.

A mezzanotte e quindici minuti l’aereo atterra nella base di Sigonella. Ad attenderlo sulla pista, con l’ordine di circondarlo, ci sono i soldati italiani: per la precisione 20 Carabinieri e 30 uomini della Vigilanza Aeronautica Militare (VAM).

Sei minuti dopo atterrano due C141 statunitensi. Armi in pugno, scendono 50 militari della Delta Force guidati dal Generale Steiner.

Si dirigono verso il Boeing egiziano, ormai fermo sulla pista, e lo circondano a loro volta. Hanno ricevuto l’ordine di farsi consegnare l’aereo egiziano e Abu Abbas, identificato come il vero comandante del commando palestinese.

A mezzanotte e quarantacinque minuti Bettino Craxi ordina all’ammiraglio Fulvio Martini, allora capo del SISMI, d’assumere le operazioni militari per il rispetto della sovranità nazionale italiana.

Craxi rivendica le proprie ragioni: per il diritto internazionale l’omicidio è come se fosse avvenuto in territorio italiano ed inoltre non esistono ancora prove che sia Abu Abbas il vero colpevole.

Mezz’ora più tardi giungono così a Sigonella dalle vicine caserme di Catania e Siracusa nuovi rinforzi militari italiani che circondano a loro volta gli uomini della Delta Force.

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Italiani ed americani si trovano disposti in tre cerchi concentrici, con un’autocisterna, una gru e mezzi anti-incendio chiusi a chiave e piantonati dinanzi ai velivoli onde impedir loro di muoversi dalla base ed ivi disposti su ordine della torre di controllo da parte del Capitano Marzo.

Seguono a quel punto minuti d’altissima tensione, nei quali si sfiora lo scontro tra italiani e statunitensi.

Steiner, collegato con gli Stati Uniti in tempo reale grazie ad apparecchiature satellitari, avverte il colonnello Ercolano Annicchiarico d’essere in contatto con lo Studio Ovale: “Il Governo Italiano ha promesso di consegnarci i palestinesi; non capisco la resistenza di voi militari”.

L’ammiraglio Martini chiama a Roma e fa quindi rispondere a Steiner: “Abbiamo istruzioni di lasciarli lì”.

Le autorità italiane, infatti, restavano convinte che in assenza di richiesta d’estradizione non sia consentito a nessuno di sottrarre alla giustizia italiana persone sospettate d’aver preso parte ad un atto criminale avvenuto in territorio italiano.

Da Washington giungono immediatamente al governo italiano intimazioni rivolte per via diplomatico – militare, nelle quali la questione viene semplicemente presentata come un’operazione di polizia internazionale in cui poco importano le diverse priorità imposte dall’ordinamento giuridico italiano.

Non avendo ottenuto risposta positiva, il presidente statunitense Reagan, infuriato per il comportamento italiano, telefona nel cuore della notte a Craxi per chiedergli la consegna dei dirottatori.

Craxi non si smuove dalle sue posizioni: i reati sono stati commessi in territorio italiano e quindi sarà l’Italia a decidere sull’estradizione.

Alle 5.30, quando su ordine di Craxi il generale dei Carabinieri Bisogniero fa intervenire a Sigonella i blindati dell’Arma dei Carabinieri ed altri rinforzi, il reparto d’attacco americano riceve l’ordine di rientrare.

A quel punto la polizia italiana arresta i quattro dirottatori.

Nella tarda mattinata l’ammiraglio Martini arriva a Sigonella per avviare una trattativa con gli egiziani rimasti a bordo dell’aereo.

Si decide di trasferire l’aereo a Ciampino e di scortarlo con aerei da caccia dell’aviazione italiana.

E qui avviene la penultima sorpresa: alle 21.30 un caccia americano F14 tenta d’interferire con l’aeroconvoglio italiano allo scopo di dirottare il Boeing egiziano, ma senza riuscirvi.

L’ultima sorpresa è alle 23.00 quando, atterrato il Boeing a Ciampino, un secondo aereo militare americano dichiara l’emergenza e chiede l’autorizzazione all’atterraggio immediato, ottenendola.

Una volta atterrato, si dispone di traverso sulla pista con l’evidente intenzione d’impedire all’aereo egiziano ogni ulteriore manovra.

L’ammiraglio Martini comunica al pilota americano d’avere solo cinque minuti di tempo per liberare la pista, perchè dopo ordinerà di buttarlo fuori con le ruspe.

Al terzo minuto il caccia F14 riparte, sconfitto. Finisce così il braccio di ferro di Sigonella.

 

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Un commento

  1. sono dei barbari incivili gli americani ecco cosa sono

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