Noi genitori di tutti

La lettera delle mamme della terra dei fuochi al nostro Presidente Napolitano.

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Caro Presidente,

si ricorda di noi? Siamo le mamme degli “angeli guerrieri” della Terra dei fuochi, le mamme delle cartoline, per intenderci, i soggetti di quelle circa 150.000 cartoline inviate alla Sua persona e al Santo Padre per sollecitare un Loro intervento circa il dramma che ci ha colpito in prima persona: la morte per cancro dei nostri figli in una terra ormai correntemente denominata “terra dei fuochi” o “triangolo della morte” che dir si voglia … ma comunque province campane … comunque ITALIA.

Quando abbiamo deciso di posare per gli scatti, eravamo alla ricerca di un aiuto e della verità; volevamo, in pratica, informare la massima autorità costituzionale di ciò che accadeva dalle nostre parti, dove emergeva sempre più chiaramente che le ecomafie, con imprenditori di mezza Europa, avevano scelto le nostre campagne come immondezzaio in cui smaltire illegalmente rifiuti tossici e radioattivi sancendo, di fatto, la nostra condanna a morte.

Volevamo, inoltre, denunciare un aumento di neoplasie nelle nostre terre, rispetto alla media nazionale,soprattutto nei bambini, che non poteva essere giustificato da alcuno “stile di vita” scorretto; un aumento, quindi, riconducibile al disastro ambientale accertato.

Ultimamente, in seguito alla desecretazione dei verbali del pentito Schiavone, siamo venuti a sapere che queste informazioni erano già state rese note dal 1993, quando Lei si trovava ad essere Ministro dell’Interno e, come tale,impegnato a garantire la sicurezza pubblica e il coordinamento delle forze di polizia.

Allora Le chiediamo: “SAPEVA GIA’ TUTTO???”

Difficile pensare, infatti, che la Commissione parlamentare non abbia informato l’allora Ministro dell’Interno, consideratala gravità dei danni, che i crimini denunciati dal pentito avrebbero potuto determinare, per un tempo indeterminato, non solo sul patrimonio ambientale, ma sulla salute stessa delle popolazioni residenti.

E, dunque, cosa è stato fatto dagli organi istituzionali, informati da 20 anni, per verificare la veridicità di tali dichiarazioni e per porre fine a tali traffici?

In occasione della Sua visita a Napoli, ci teniamo a comunicarLe l’intendimento che ci tiene unite, che rappresenta ormai una nostra fondamentale ragione di vita e che costituisce un’idea-forza, in cui sempre più si riconosce la nostra gente: se il nostro è ancora uno Stato di diritto, noi abbiamo il diritto di conoscere la verità, cioè i nomi di chi ha avvelenato i nostri figli provocandone la morte.

Purtroppo, per quanto lo si voglia ancora negare, questo è un vero “biocidio”annunciato da uno dei carnefici. Schiavone aveva detto, infatti, fin dal 1993: “Se non intervenite, tra 20 anni moriranno tutti di cancro”

E, visto che nulla è stato fatto in questo ventennio, noi consideriamo questo silenzio e il mancato intervento concause della morte dei nostri cari.

Ulteriori ritardi faranno nuove vittime.

Nascondere la verità offende i nostri morti prima ancora che la nostra intelligenza e la nostra dignità.

A Lei ci rivolgiamo, perché vogliamo credere ancora nello Stato.

Vogliamo ancora credere che anche in questa fascia di terra tra Napoli e Caserta i diritti fondamentali possano trovare riconoscimento.

Mons. Spinillo, partecipando ancora una volta al nostro dolore, ha detto recentemente: “Teniamo accesa la luce di speranza che questo sacrificio possa essere di aiuto alla vita di tutti”

Mossi da questa speranza, appunto, abbiamo recentemente costituito un’associazione aperta a tutti i genitori e l’abbiamo intitolata “Noi Genitori di tutti”.

I nostri comuni impegni prioritari saranno quelli di far emergere compiutamente la verità dei fatti e di ottenere comportamenti pubblici rispettosi del valore sacro della vita, soprattutto quando si tratta di quella dei bambini.

Oggi non è così.

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