Falsi invalidi all’Arena di Giletti

«Per favore, faresti una piccola ma grande cosa per noi disabili troppo spesso umiliati, offesi, denigrati ed emarginati da vili servi di occulti, poteri forti e corrotti? Ci daresti voce?»

 patrizia

«Buongiorno il mio nome è patrizia ed ho 40 anni, ho una splendida famiglia.

Sono affetta da Retinite Pigmentosa, ho una patologia genetica agli occhi, degenerativa, ed ho un campo visivo perimetrico binoculare inferiore al 3% con soltanto un residuo di visione centrale cosiddetta visione tubulare.

Per lo Stato io sono considerata, legalmente, cieca assoluta.

Io sono una falsa invalida, secondo l’opinione del signor Massimo Giletti, il quale ritiene  la legge 138 del 2001 (che riconosce coloro che hanno campo perimetrico binoculare inferiore al 3% ciechi assoluti), una legge da rivedere.

Questo lo ha sostenuto dalla sua trasmissione l’Arena.

Vorrei semplicemente dire, senza offendere nessuno e senza essere particolarmente polemica, che la Retinite Pigmentosa è una patologia altamente invalidante, non è soltanto il restringimento del campo visivo progressivo, che porta alla cosiddetta visione tubolare o addirittura alla cecità totale, ma è anche una patologia che ha risvolti debilitanti, invalidanti, quali ad esempio l’abbagliamento alla luce del sole e la difficoltà a percepire i contrasti (quindi se ci sono delle scale, gradini …) e la cecità notturna.

Tutta una serie di conseguenze con cui “noi” dobbiamo continuamente convivere.

Invito il signor Giletti ad uscire di casa indossando una cappuccio in testa che lasci libero soltanto un foro centrale e di compiere tutte le azioni quotidiane, fare una passeggiata, accompagnare i figli a scuola, guidare l’auto, andare al supermercato, prendere un caffè con gli amici.

Mi saprà dire se, tutto questo lui, riesce a farlo in maniera semplice, agevole.

Solitamente in casa riesco a muovermi agevolmente perché è un ambiente statico, conosciuto, ma il mondo esterno è completamente diverso, dinamico e sconosciuto ed io ho la necessità di farmi accompagnare, non è un vezzo.

Vorrei chiarire che noi non siamo falsi invalidi sol perchè cerchiamo, vogliamo riconquistare la nostra autonomia e non vogliamo essere reclusi in casa agli arresti domiciliari.

Con forti sacrifici cerchiamo di guadagnarci nuovamente il mondo, sono tanti e tanti i disagi che vorremmo non arrecare, tanto aiuto che vorremmo non dover chiedere, tanti sguardi che vorremmo non dover incontrare.

Noi vogliamo camminare a testa alta a testa alta e vogliamo che i nostri diritti siano rispettati, che siano rispettati i nostri diritti, che sia rispettata la nostra la nostra dignità.

Le chiedo soltanto un consiglio … chiedo soltanto una cortesia, quella di affrontare la  prossima volta questo tema documentandosi meglio, cercando di dare più spazio a coloro che hanno cognizione di causa e competenze in merito, al fine di non incorrere nuovamente in fraintendimenti che possano ledere dei diritti, che sono stati conquistati faticosamente dai malati, delle associazioni di categoria, che sempre ci sono vicine.

Io la ringrazio e spero che colga questo mio consiglio, un saluto.»

Per approfondire …

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