Bianca e la libertà

Cara Bianca,

ti volevo chiedere scusa.

Scusa perché ieri invece di portarti a mare io te e mamma siamo andati a Roma. Partendo presto e tornando tardi.

Ti ho svegliato… come sempre hai fatto finta di dormire. Ma il tuo sorriso non mente. 

Ti sei svegliata e mi hai abbracciato, pensavi ti portarsi al mare, ami il mare, ami fare i castelli di sabbia e romperli subito dopo con i tuoi piedini o aspettare l’onda che se li porti via.

Ma ieri no.

Saliti in auto e via verso la capitale. Ti ho visto sai? Sbirciavi dal finestrino. Aspettavi che trovassi parcheggio sul lungo mare. 

Ami il mare, ma ieri no. Niente bagno con i braccioli, perché sei piccina ed é più sicuro così. 

Lo so ti ho deluso. 

L’ho visto nel tuo sguardo quando hai capito. Ti sei addormentata e hai sognato… il mare. Ma non me lo hai fatto pesare. 
Poi ti sei svegliata. Hai aperto gli occhi e mi hai di nuovo sorriso.

Profumavi di mare e i tuoi occhi avevano il suo stesso colore. Per me era così. 

Poi il mare lo hai visto. Un mare di gente, di babbi e mamme, di nonni e zii. C’erano pure gli ombrelloni.

C’erano tanti altri bimbi. Gli stessi bimbi che come te amano il mare, lo stesso sguardo un po deluso come il tuo.
Anche loro volevano fare i castelli di sabbia, anche loro volevano distruggerli con il loro piedini, anche le loro mamme e i loro babbi avrebbero voluto guardarli quei figli. 

Ma ieri no. Non potevamo.

Dovevamo spiegare alla gente quanto vi amiamo.

Dovevano quei genitori gridare tutti assieme la parola LIBERTÀ, a voce alta, con il sorriso sulle labbra mentre il loro cuore sanguina. 

Ti chiedo scusa… perché passo troppo tempo a discutere con altri babbi ed altre mamme, con i telefonini.

Scusami, perdonami. 

Perdonate tutti noi, babbi e mamme che continuano a gridare quella parola LIBERTÀ. 

Voi però vorreste solo essere lasciati in pace, fare i castelli e buttarli giù.  Ma vi va bene lo stesso, vi adattate… e anche voi gridate quella parola.
Non capite cosa sia ma vi garba il suono, assomiglia alle onde del mare che strusciano sul bagno asciuga… il ritmo é quello.

Ti chiedo scusa perché poi da quella piazza siamo venuti via.

Un fiume bianco. 

Tanti babbi e mamme che chiedevano scusa ai loro bimbi, con dialetti strani.

Scusa se siamo dovuti rientrare tardi, se ti ho preso in braccio per metterti a letto. 

Stanotte però sei venuta nel lettone, con babbo e mamma… ti abbiamo accarezzato e baciato a lungo, ti volevamo chiedere scusa ancora una volta.

Stamani ti sei svegliata sempre con il sorriso che illuminava la stanza e sei andata all’asilo tra gli amichetti. A molti di loro, quei babbi e quelle mamme non hanno dovuto chiedere scusa.

Si vedeva perché l’ho notato dai loro piedini. Li avevano distrutti quei castelli di sabbia al mare, quello vero.

Scusami Bianca.

Giuro su dio che appena finirà questa storia staremo tutto il giorno al mare, inviteremo tutti quei bimbi trovati li a Roma, conosciuti in quel mare strano dove le onde suonano così… LIBERTÀ, LIBERTÀ. 

Non vedo l’ora figlia mia di non doverti più chiedere scusa. Ti voglio bene.

G. D8 (un papà FREE VAX)

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Un commento

  1. Un meraviglioso papà che ho l’onore di conoscere! Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri :)

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