VACCINO ANTINFLUENZALE: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

ANTINFLUENZALE

di Cinzia Marchegiani.

Partiamo dal presupposto che molto spesso si fa molta confusione con influenza e sindrome influenzale. Siamo abituati a confondere le parole, e sembra che anche i preposti istituzionali scivolino tra le pieghe di queste sfumature. Addirittura si continua a citare 8.000 morti per influenza solo in Italia per la stagione influenzale 2013/2014, neanche Ebola in tutto il continente ha fatto tanti danni. Se fossero veri questi dati, sarebbe emergenza planetaria. E’ importante focalizzare un assunto importante, il vaccino influenzale non copre le sindromi influenzali che invero sortiscono gli stessi sintomi dell’influenza. Il documento ufficiale,“Protocollo vaccinale della Regione Lazio” spiega queste differenze sostanziali che però guarda caso sono nozioni che difficilmente si trovano a portata di mano e diffuse correttamente. In questo documento, oltre ad obbligare i medici ad informare l’assistito (ovviamente sani) sia dei benefici e rischi della prassi vaccinale, deve anche ricordare che la profilassi è una libera scelta. A chiare lettere sotto la dicitura “Nota bene” il documento ammette: “il vaccino antinfluenzale offre una protezione specifica esclusivamente nei confronti del virus dell’influenza, per cui durante il periodo invernale possono insorgere malattie respiratorie acute, provocate da altri virus o da batteri, anche in soggetti vaccinati contro l’influenza.”

Ma sul vaccino cosa non sappiamo?
Ad entrare nel dettaglio ci viene incontro il medico pediatra Girolamo Giannotta, che non si ferma alle superficiali informazioni del bugiardino del farmaco vaccinale e ci illustra un mondo a noi sconosciuto, frutto di studio e riflessioni che non dovrebbero allarmare ma semplicemente creare consapevolezza, poiché esiste sempre un confine tra etica, coscienza e scienza spesso alla mercé della soggettività dei signori stimati professori.

VACCINO E IL VACCINATO… PROFONDE DIFFERENZE
«Non ho ancora capito perché il protagonista debba essere il vaccino e non il vaccinato. L’attuale paradigma considera soggetto il vaccino (che dovrebbe essere l’oggetto), mentre il vaccinato, per un mero fatto consequenziale, è l’oggetto della pratica e non il soggetto che subisce una pratica medica ipoteticamente preventiva. Dopo questa preliminare distinzione di ruoli, e dopo aver messo in chiara luce sia l’oggetto che il soggetto della seguente disquisizione, non mi resta che cominciare dal soggetto. Il destinatario dell’atto medico ipoteticamente preventivo è un soggetto, generalmente, adulto che può essere in buona o cattiva salute, che ha un suo sistema immunitario che chi vaccina va consapevolmente od inconsapevolmente a stuzzicare. L’atto della vaccinazione, a prescindere dalla consapevolezza di chi lo propone e/o lo esegue, è comunque un’azione diretta a produrre una risposta immunitaria adattativa passando sempre e comunque dall’immunità innata. L’immunità innata si avvale di una serie di cellule, meccanismi e mediatori chimici che rappresentano la prima linea di difesa contro le molecole estranee penetrate nel nostro organismo. La risposta adattativa è preparata dagli elementi dell’immunità innata e consiste nella produzione di una risposta specifica contro una molecola estranea (generalmente una proteina che funziona da antigene) che può essere legata alle cellule T (linfociti) od alle cellule B che si trasformano in un loro derivato capace di produrre anticorpi (plasmacellula). Nel caso della vaccinazione anti-influenza, il vaccino dovrebbe evocare nel soggetto vaccinato la sintesi di anticorpi neutralizzanti il virus, che dovrebbero proteggere il soggetto dal rischio di contrarre la malattia in corso di epidemia annuale. Se del soggetto abbiam contezza, dell’oggetto il mistero impera.»

VACCINO E IL SUO PARADIGMA… UNA FIALA PER TUTTI
«Reed et al. (2006), sostengono che nell’approccio empirico non si richiede che l’investigatore capisca nei dettagli la risposta immunologica all’agente immunizzante. Poiché questo è lo stato dell’arte, non mi resta che cercare di capire come agiscono le componenti vaccinali. In via preliminare vi devo dire che le due componenti principali nei vaccini sono: l’antigene appartenente all’agente patogeno contro il quale desideriamo che l’organismo produca una risposta adattativa, e l’adiuvante che ha il compito di far risparmiare sulla dose di antigene e deve essere in grado di stimolare le vie necessarie che sono coinvolte nella genesi delle risposte immuni protettive. Secondo Poland et al. (2013), con le scoperte attuali di immunogenetica il vecchio paradigma della produzione vaccinica di “una fiala unica per tutti” è ampiamente superato come appare superato il vecchio approccio esclusivamente empirico, che è un altro paradigma, di “isolare-inattivare-iniettare” il vaccino. Ora, se gli adiuvanti vaccinati sono molto utili alle Multinazionali, lo stesso non si può dire se la cosa la si guarda dal lato del soggetto vaccinato. Infatti, in rari casi, alla vaccinazione consegue una reazione immunitaria umorale (produzione di anticorpi) contro gli antigeni del self (antigeni personali) dovuta alla “mimica molecolare”, alla diffusione degli epitopi (piccola parte dell’antigene che evoca una risposta immunitaria e che si lega all’anticorpo specifico prodotto dall’organismo in risposta alla sua presenza) od ad una risposta immunitaria policlonale. Nonostante ciò, una malattia auto-immune post-vaccinale è un evento raro.»

ADIUVANTI NON SEMPRE INNOCUI E INSERITI ANCHE SE IL LORO MECCANISMO E’ SCONOSCIUTO
«Nel 2009, Israeli et al., descrissero una nuova sindrome associata a diverse vaccinazioni ed una nuova sindrome indotta dagli adiuvanti contenuti nei vaccini. Questa sindrome comprende tutte le condizioni auto-reattive associate alla somministrazione dei vaccini anche se sono incluse in questo contesto pure le reazioni al silicone iniettato nell’organismo. La sindrome si definisce con l’acronimo ASIA. Questi poche notizie sono utile per comprendere che gli adiuvanti utilizzati nei vaccini non sono sempre innocui ed in rari casi sono anche dannosi. A ciò va aggiunto il fatto che chi li inserisce nei vaccini afferma di non sapere come gli adiuvanti funzionino. Quasi tutti i lavori scientifici internazionali sugli adiuvanti sono di parte e parecchi sono in aperta contraddizione con quanto si riesce a sapere dalla piccola parte della scienza che non è asservita al potere delle Multinazionali. Considerato che dobbiamo essere sintetici e dobbiamo confinare questa sommaria discussione alla vaccinazione anti-influenza, e che gli attuali vaccini della Novartis contengono l’adiuvante MF59; non mi resta che darvi qualche sintetica notizia. Nel 2011, un gruppo di ricercatori della Novartis affermava che la via che utilizza MF59 per esercitare il suo potere adiuvante è sconosciuta.
Nel 2010, Lucie Kalvodova, ha studiato gli effetti degli adiuvanti a base di emulsione olio-acqua contenenti squalene. In tutti i tipi cellulari studiati le goccioline dell’emulsione entravano nella cellula per un meccanismo di endocitosi. Questa assunzione da parte della cellula provocava un accumulo acuto di lipidi neutri sotto forma di goccioline lipidiche citoplasmatiche. L’accumulo realizzato comprendeva: lo squalene introdotto con l’adiuvante, gli esteri del colesterolo, i trigliceridi, gli acidi grassi ed i diacilgliceroli. Poiché molti lipidi sono molecole funzionali e l’accumulo lipidico in sede extra, rispetto ai tessuti adiposi, agisce da stimolo infiammatorio; risulta evidente che l’adiuvante ha modificato rapidamente il metabolismo lipidico nelle cellule bersaglio.
Ciò per dire che l’adiuvante MF59 va per i fatti suoi e l’antigene fa lo stesso da un’altra parte.»

IL RUOLO DEI LINFOCITI Th17
«Nel 2014, Gopal et al., hanno scoperto che i linfociti TH17 sono critici nel mediare l’immunità indotta da vaccino. L’interleukina essenzialmente prodotta da questi linfociti è l’IL-17 che è una potente sostanza pro-infiammatoria che media l’immunopatologia del danno polmonare dopo l’infezione influenzale nel topo. Niente panico, la Novartis sta sviluppando un’anticorpo monoclonale umano contro l’IL-17; e se loro lavorano sull’IL-17 significa che è importante e che noi abbiamo capito che una pregressa esposizione può rendere l’organismo del topo suscettibile al danno estensivo del polmone quando contrae l’influenza. Comunque, IL-17 induce l’espansione e l’accumulo di neutrofili e collega l’immunità innata con quella adattativa.»

INFLUENZA, L’ANZIANO SVILUPPA RISPOSTA CHEMOKINICA E CITOKINICA
«Nell’influenza, in modo naturale, si sviluppa una risposta chemokinica e citokinica esuberante e questa è tanto più probabile quanto più il paziente è anziano e/o portatore di patologie. In questi soggetti, quando si ammalano di influenza, le citokine sono molto più alte rispetto ai giovani. I ricercatori della Novartis hanno anche ipotizzato l’intervento della proteina adattatrice MyD88 per spiegare il meccanismo adiuvante dell’MF59 non dipendente dall’inflammasoma. Li et al., nel 2012, hanno ipotizzato che l’epidemia influenzale del 2009 (suina) ha prodotto un danno polmonare fatale poiché si erano prodotti elevati livelli di IL-17. Naturalmente, non sono riuscito a trovare i lavori che dimostrano che il vaccino eleva i livelli di IL-17, ma questo non è un problema perché le interleukine IL-1β e IL-18, in sinergia con l’IL-23, possono promuovere la produzione di IL-17 stimolando i linfociti TH17 e quelli Tγδ. I linfociti TH17 ed i linfociti Tγδ sono attivati dalle citokine prodotte dalla caspasi-1 e sono importanti per le malattie autoimmuni. Per i Sali d’alluminio questa è la strada naturale; mentre per l’adiuvante MF59, anche se si mantiene il mistero, come si fa a non ipotizzare che si va a stimolare l’immunità innata, poi si possano schivare le citokine tipicamente rilasciate dagli elementi che la compongono? I linfociti TH17 sono elementi plastici potendo derivare dai TH1 e retro-convertirsi in TH1.»

RISPOSTA AL VACCINO ESAGERATA NEGLI ANZIANI CON PATOLOGIE ASSOCIATE
«La vaccinazione produrrebbe una risposta citokinica e chemokinica che non si è quantificata e tale risposta è, verosimilmente, più esagerata negli anziani e nei soggetti con patologie associate. Poi esiste il problema delle reiterate somministrazioni che possono aver allenato l’organismo a rispondere in modo esagerato ed inappropriato alla stimolazione antigenica.
Abbiamo il dato dei soldati coreani del 2012 che ci potrebbe aiutare e che ha dimostrato che la somministrazione del vaccino anti-influenzale con l’adiuvante MF59 era associato con un’incidenza incrementata di eventi avversi locali e sistemici dopo la vaccinazione, anche se erano di media gravità e transitori.»

Il Dr Giannotta conclude il suo viaggio scientifico affrontando nello specifico i vaccini FLUAD e AGRIPPAL che tuttora sotto inchiesta della magistratura: «Nelle schede tecniche del FLUAD ed dell’AGRIPPAL della Novartis si legge: “In seguito alla vaccinazione influenzale sono stati osservati risultati falsi positivi nei test sierologici utilizzati per identificare anticorpi verso l’HIV-1, l’epatite C e soprattutto l’HTLV-1 mediante il metodo ELISA. La tecnica Western Blot consente di identificare i risultati ELISA falsi positivi. Queste reazioni false positive transitorie potrebbero essere dovute alle IgM di risposta al vaccino”…. vista la serietà della cosa, vi risparmio l’aneddoto finale.»

E la domanda sorge spontanea, se è un dato oggettivo che il vaccino antinfluenzale non è mai totalmente efficace poiché il virus su cui si basa la produzione arriva mutato, perché si deve spendere un tesoro immenso che va anche nelle tasche anche dei medici che consigliano la vaccinazione?

L’Osservatore d’Italia in una piccola inchiesta è andata a sbirciare come la Regione Lazio attribuisce un finanziamento pari ad un incentivo ai medici che dimostrano con dei report le vaccinazioni effettuate, che è il risultato di queste combinazioni:
A) € 4,50 per ogni soggetto di eta ³ 65 anni al 31/12/2014, vaccinato direttamente dal medico ed eccedente il numero di soggetti vaccinati necessario per raggiungere l’obiettivo di copertura del 65% nella propria popolazione assistita appartenente a detta fascia di eta;
B) € 6,50 per ogni soggetto di eta ³ 65 anni al 31/12/2014, vaccinato direttamente dal medico ed eccedente il numero di soggetti vaccinati necessario per raggiungere l’obiettivo di copertura del 70% nella propria popolazione assistita appartenente a detta fascia di età;
C) € 8,50 per ogni soggetto di eta ³ 65 anni al 31/12/2014, vaccinato direttamente dal medico ed eccedente il numero di soggetti vaccinati necessario per raggiungere l’obiettivo di copertura del 75% nella propria popolazione assistita appartenente a detta fascia di età.

http://osservatoreitalia.it/index.asp?art=3105

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