SMA TIPO 1: SENSAZIONALE SCOPERTA SULLA TERAPIA CON CELLULE STAMINALI

staminali

di Cinzia Marchegiani

Il primo studio al mondo delle evidenze cliniche oggetto delle terapie con le staminali mesenchimali allogeniche su tre bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1, nota come la SMA1, è in stampa su una rivista scientifica internazionale. Gli autori, il Professor John Bach dell’università di Newark (massimo esperto mondiale di SMA tipo I) e il dottor Marcello Villanova, neurologo italiano che dirige l’unità di “Riabilitazione e Recupero Malattie Neuromuscolari” presso l’ospedale privato accreditato Nigrisoli di Bologna, hanno avuto la conferma di questa notizia solo da pochissimi giorni e tramite le colonne del nostro quotidiano hanno voluto rendere pubblica questa straordinaria notizia.

L’Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1 è una terribile malattia genetica di tipo degenerativa, la sua diagnosi emerge nei primi di mesi di vita dei neonati, la prognosi è di solito infausta, in quanto la stragrande maggioranza dei pazienti muore nei primi due anni di vita per insufficienza respiratoria. La diagnosi della SMA1 di fatto è una drammatica condanna che viene annunciata ai genitori, la malattia risulta per la scienza medica incurabile.
Per questo motivo lo studio da poco accettato dalla rivista scientifica rappresenta uno spiraglio di luce che getta una partenza, una speranza unica che affonda le sue basi partendo dalla osservazione clinica dei pazienti in seguito alle somministrazioni di cellule staminali mesenchimali ricevute in un ospedale italiano, gli Spedali Civili di Brescia.

In esclusiva a parlarci di questo importante pubblicazione interviene un coautore, il dr Marcello Villanova:
Questo nostro lavoro, mio e del Professor John Bach dell’università di Newark (massimo esperto mondiale di SMA tipo I), mette in rilievo evidenze inequivocabili di miglioramenti clinici in tre bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale tipo I (SMA I) trattati a Brescia. Riteniamo di avere competenze cliniche idonee per poter affermare questo. Il nostro compito è stato quello di valutare solo l’effetto finale di ciò che è accaduto presso gli Spedali Civili di Brescia. Come medici clinici abbiamo fatto solo il nostro dovere, quello che ci impone il nostro giuramento, abbiamo rivolto la nostra attenzione esclusivamente sui pazienti. Nell’articolo, tra l’altro, oltre ai dati ottenuti dalla nostra osservazione clinica, abbiamo allegato numerosi certificati di addetti ai lavori che attestano i miglioramenti. Insomma, a nostro avviso, la medicina aveva già dimostrato questi importanti contributi, bastava studiare con attenzione la documentazione nelle mani delle famiglie.
La SMA1 è una malattia severa che non lascia chance, e purtroppo ad oggi non esiste una valida terapia in grado di aiutare concretamente questi bambini. Quale molla ha spinto due medici a cercare questi tre casi, studiando non solo sulle cartelle cliniche che siete riusciti ad ottenere, ma visitando i pazienti che avevano risposto alle terapie ricevute?
Ci siamo sempre occupati di SMA tipo I. Non potevano tirarci indietro al richiamo di famiglie che cercavano solo una verità scientifica su ciò che avevano osservato sui propri figli durante i trattamenti con staminali mesenchimali effettuati a Brescia. Non conosciamo il metodo, in effetti questo non esiste, non ci sono pubblicazioni a riguardo. Tuttavia, non era questo l’obiettivo del nostro lavoro, noi abbiamo voluto studiare le evidenze cliniche emerse durante il trattamento infusionale. ,

Dunque un lavoro immenso questo studio, realizzato lontano dal clamore e una strada in salita che non ha per nulla ostacolato la ricerca di quelle oggettive testimonianze che questi piccoli malati avevano consegnato al mondo scientifico
Una cosa è certa, i piccoli malati che abbiamo monitorato non hanno mentito, molti altri si. Non ce ne vogliano sia coloro che non offrendo alternative terapeutiche si sono anche rifiutati di incontrarli appellandosi alle regole della buona scienza, sia coloro che pur mostrandosi apparentemente dalla parte dei più deboli hanno portato avanti solo i propri interessi. E vero quello che afferma, non è stato semplice scrivere questo articolo, come non è stato facile per me e il professor Bach dare una chiara giustificazione all’indifferenza che abbiamo colto nel mondo scientifico italiano, soprattutto poi, quando c’è un richiamo continuo di assistenza da parte di famiglie che ogni giorno si battono per la vita dei propri bambini, ormai segnata dalla natura. La SMA tipo I è una malattia che non offre chance, non c’è un solo articolo al mondo che parla di miglioramenti spontanei in questi bimbi, solo progressione fino alla morte. Il nostro lavoro è anche il risultato di un impegno a due, anche il Professor John Bach ha intuito rapidamente che tra dati clinici e documenti era diventato necessario e obbligatorio confrontarci, indagare e analizzare. Non è stato assolutamente facile rispondere a tanti quesiti, alcuni dei quali risultano ancora ignoti, abbiamo dovuto studiare attentamente tantissima documentazione medica, oltre che visitarli, e per questo ringraziamo la collaborazione dei genitori. Purtroppo, abbiamo incontrato anche tanta omertà. Il nostro compito non è stato quello di entrare nella vicenda giudiziaria che abbiamo sempre rispettato, ma lavorare assiduamente al loro fianco in modo tale da provare a fornire risposte scientifiche oneste ai vostri genitori che ci chiedevano un giudizio su ciò che di clinico loro stessi avevano osservato sui propri figli. Tutto ciò consci che spetta alla scienza e non alla magistratura fornire spiegazioni scientifiche sulla congruità di un trattamento medico. Va sottolineato che tutto il nostro lavoro è stato svolto in modo gratuito, compassionevole e senza conflitti di interesse. Certo, ci sarebbe piaciuto avere a disposizione mezzi molto più sostanziosi di quelli utilizzati, abbiamo lavorato in condizioni estremamente difficili, si trattava di cure compassionevoli e non di sperimentazione, ma riteniamo di aver ottenuto un buon risultato. Siamo convinti che le ingiustizie si vincono solo dando delle risposte oneste.

Il campo delle ricerca sulle cellule staminali mesenchimali che embrionali è un mondo affascinante che promette scoperte davvero rivoluzionarie nel campo della medicina per pazienti affetti da malattie oltre che rare, serie e invalidanti. Cosa ha di straordinario quello che avete clinicamente osservato in questi malati?
La ricerca su potenziali terapie cellulari nel contesto delle malattie neurodegenerative deve andare di pari passo con quella farmacologica. Nello campo della SMA attualmente ci sono farmaci che con un meccanismo di tipo farmaco-genetico sembrano dare risultati molto promettenti, magari questi potranno rappresentare presto una concreta realtà per questa malattia neurodegenerativa, potranno soppiantare l’idea della staminale mesenchimale (o forse potranno associarla) perché spinti anche da milioni di euro di investimenti. In effetti le terapie cellulari sono poco appetibili per l’industria farmaceutica, comportano alti costi, tempi lunghi e risultati incerti, e poi sono mirati su pochi pazienti, ma ciò non può giustificare il loro abbandono nel campo delle malattie rare. Riteniamo che i risultati ottenuti su questi bambini siano di estremo interesse scientifico, e poi ci sono tante altre malattie neurodegenerative e muscolari ancora orfane di ricerca sulle quali riteniamo giusto approfondire quanto accaduto. E’ per questo motivo che auspichiamo maggiore chiarezza e verità scientifica su questa vicenda, lo auspichiamo come medici (penso che ci siano tanti altri colleghi curiosi di conoscere la verità) che lavorano con pazienti affetti da malattie devastanti, incurabili e dove il tempo è un lusso che questi non possono permettersi. Un medico deve fare il suo dovere, il diritto alla salute deve venire prima di quello dell’economia.

Queste terapie sono state etichettate pericolose senza alcuna prova oggettiva, in effetti nessuno ha voluto accertarne la paternità di queste affermazioni, sarebbe bastato che fossero richiamati i pazienti e monitorati scrupolosamente con specifiche analisi cliniche e strumentali. In questo modo si è lasciato il dubbio ma senza le prove certe!?
In effetti, questa vicenda ha sempre sorpreso il fatto che nonostante siano stati postulati effetti collaterali potenzialmente devastanti per questi bambini, nessuno si è preso la briga di imporre approfonditi controlli clinici nonostante il continuo richiamo da parte delle famiglie. Noi abbiamo una grande responsabilità etica, quella di parlare per questi bambini e per le loro famiglie. Non pensavo occorresse tanto coraggio. Il nostro tentativo è di cercare di portare la verità davanti a tutti, anche se in questa vicenda è veramente difficile trovare il modo giusto per farlo. Alcuni dati che hanno pubblicato su questi bimbi e che hanno dimostrato assenza di miglioramenti, ma solo progressivo peggioramento, denotano numerosi punti deboli. Tuttavia, sono stati utilizzati per cercare di bloccare le compassionevoli con le staminali ed attaccare i giudici civili definiti ignoranti in materia. Il ruolo dei giudici civili è stato estremamente importante in quanto ha cercato di far rispettare il principio dell’autodeterminazione e del rispetto della volontà del cittadino soprattutto quando qualcuno ritiene che il paziente debba essere in una posizione di completa dipendenza e di assoluta obbedienza alla scienza. Il nostro ruolo di medico oggi è sempre più difficile in quanto ogni giorno dobbiamo districarci tra quelle che sono le esigenze dei pazienti e quelle della società, tra il voler essere rispettosi della volontà libera del paziente ed il dover rispettare tetti di spesa, di budget, di linee guida.

Riguardo le terapie cellulari, c’è un interesse sempre crescente nel campo delle malattie pediatriche. Certo, questo pone dei grossi problemi etici perché i bambini non possono esprimere il loro consenso su terapie dove ancora oggi scarsi sono gli studi e pochissimi i laboratori in grado di portarli avanti. Qual è il confine tra etica e coscienza medica?
Queste terapie sono una certezza terapeutica per alcune malattie come quelle ematiche. Un problema ben più grande è quando parliamo di potenziale applicazione nel campo delle malattie neurodegenerative a prognosi rapidamente infausta, qui ragioniamo con numeri molto limitati e tempi brevissimi. L’enorme dubbio che nasce è quello tra applicare solo cure palliative o tentare terapie non ancora dimostrate in modo chiaro a livello scientifico con rischio di potenziali effetti collaterali e scarsi risultati. In questo caso, a mio avviso, dovrebbe spettare al medico e non all’AIFA o al Ministero della Salute, decidere se applicare terapie sperimentali in fase ancora estremamente iniziale su bambini che non hanno alternative terapeutiche ed una prognosi di vita estremamente limitata. Tutto questo dovrebbe essere deciso sulla base delle conoscenze scientifiche specifiche del medico ed in base alla sua coscienza. Queste soluzioni, nonostante debbano essere in generale scoraggiate, non devono essere vietate in modo assoluto, ma possono essere ritenute giustificate in taluni occasioni e dopo aver fornito informazioni adeguate ai genitori ed ottenuto un consenso informato. Questo non significa utilizzare i bambini come cavia, ma dare loro una chance in più di vita.

Avete ricevuto attacchi mirati con precisione hanno messo alla gogna lei e il professor Bach
In effetti è vero, ma pazienza. Per certi aspetti in Italia è la regola. Tuttavia, mi preme ricordare per i più sapienti, coloro i quali in questi mesi non hanno fatto altro che gettare fango sul nostro lavoro, che senza l’apporto degli studi del Professor John Bach (Università di Newark, USA) la maggior pare dei bambini affetti da SMA tipo I sarebbe deceduta anche oggi nell’arco di pochissimi mesi, come è sempre successo. Solo i suoi studi, il suo volersi prendere carico contro il parere di chiunque e le sue numerose pubblicazioni sulla ventilazione assistita e sulle tecniche di assistenza alla tosse hanno permesso a questi bimbi di vivere più a lungo. Questo è il risultato di passione, studio e attenzione al malato e alla sua dignità. Per molti per questi bambini esiste come soluzione solo la morte.

Dottor Villanova, il nostro quotidiano aveva per primo smontato l’affermazione che le cellule staminali mesenchimali non si trasformassero in neuroni, su cui invece si è imperniata una sofisticata e allarmante operazione di disinformazione
Il problema della trasformazione in neuroni è del tutto strumentale, abbiamo visto che pazienti con sclerosi multipla hanno ripreso a camminare dopo aver effettuato infusioni di staminali emopoietiche. Il perché e come è accaduto è ancora oggetto di studio, ma intanto prendiamoci i risultati clinici definiti addirittura miracolosi, godiamo insieme della felicità di ammalati relegati da anni in carrozzina. Questi dati hanno ancora più avvalorato il fatto che le terapie cellulari stanno entrando sempre più nel trattamento di malattie devastanti neurodegenerative. Sottolineiamo che tutto ciò non sarebbe accaduto se i ricercatori ed i clinici si fossero fermati solo ad una potenziale soluzione farmacologica del problema.

Insomma, certificati importanti di tre piccoli pazienti erano alla portata di tutti coloro che potevano e volevano indagare dr Villanova?
In effetti in questo studio abbiamo allegato anche numerosi certificati di addetti ai lavori che attestano i miglioramenti. Insomma, come detto in precedenza la medicina aveva già dimostrato questi, bastava studiare con attenzione la documentazione nelle mani delle famiglie. Parliamo di risultati che io definisco unici e che qualcuno potrebbe contraddire solo con la dimostrazione di un miglioramento così eclatante e spontaneo in bimbi con SMA tipo I non trattati ed immobili da tempo, in effetti sarebbe una novità eclatante anche quella. Purtroppo, è impossibile, se così non fosse le morti non si giustificherebbero! Ho sempre sperato in un contraddittorio tra clinici, tra coloro che valutano solo l’effetto finale di un qualcosa. Sarebbe stato utile poter discutere con colleghi che abbiano la mia stessa esperienza e quella del Professor Bach, noi siano sempre stati disponibili per questo. Siamo medici poco propensi alle certezze assolute, specie quando parliamo di scienza, questa per esperienza è sempre un punto di partenza, mai di arrivo. Oggi questo lavoro è il risultato oggettivo di ciò che il mondo medico ha negato a priori con l’osservazione e la valutazione. I nostri risultati devono fornire una base di partenza per studi ulteriori, ma fino ad oggi non c’è studio al mondo che dimostra miglioramenti clinici in bambini con SMA tipo I con un qualsiasi trattamento farmacologico o altro, solo progressivo deterioramento. Ecco il vero motivo che con grande abnegazione ha spinto il sottoscritto e il professor Bach a non cestinare quello che con meraviglia ci aveva incuriosito. In fin dei conti non siamo noi a trarre beneficio da questo nostro lavoro, la nostra speranza è che ne traggono un giorno pazienti affetti da gravissime malattie.

Dr Villanova, in questa epocale disamina tra istituzioni, mondo scientifico e magistratura lascia davvero ora attoniti tutti, è emersa una verità processuale che non è assolutamente la verità oggettiva, tanto che questi piccoli malati sono stati scartati a priori, come se fosse una storia che non li riguardasse
Non sono mai entrato nel merito della vicenda giudiziaria che rispetto, tuttavia, sono stato sempre conscio che la verità scientifica non poteva essere fornita solo dall’indagine. Io, comunque, mi sono sempre attenuto a “innocent until proven guilty” in tutte le situazioni, compresa questa. Ho sempre collaborato con le Istituzioni. Purtroppo, per mesi ho subìto attacchi ingiusti solo per aver svolto il mio dovere. Non dimentico certamente il fatto di essere stato additato, da talune testate nazionali, tra gli indagati di questa vicenda, episodio che ha provocato in me un profondo dolore così come per i miei cari. Sottolineo che non lo sono mai stato e, per quanto possibile, ho sempre collaborato con chi mi ha ascoltato come persona informata sui fatti. Tutto ciò che ho svolto in questa vicenda l’ho fatto in modo gratuito e compassionevole. Quello che posso affermare è che siamo di fronte ad una vera tragedia, ad una caduta di civiltà ed abbandono di responsabilità civili e morali da parte di molti i quali hanno messo davanti i propri giochi di potere a discapito di chi soffre. Tuttavia, ho sempre creduto nei miei risultati nonostante le enormi difficoltà incontrare nella stesura di questo lavoro.

Dr Villanova, avremo modo di intervistare anche il Professor Bach?
Certo, per chi vuole il 30 Marzo sarà a Bologna.

Questa storia triste dimostra come si sta vivendo in un’epoca che identifica la conoscenza con la scienza e che tende ad applicare al metodo scientifico della quantità e della misura su ogni aspetto della vita dell’uomo, individuale e sociale. Ma la scienza non può decidere la qualità della vita e le sue scelte personali. Lo scartare le oggettività di questi bambini, volutamente sottaciute, ha permesso che le posizioni di scienziati che per etica e ruolo dovevano interrogarsi, prevalere invece lo scientismo con cui si è preteso di dare a tutto una risposta. Quando una società s’avvia verso la negazione e la soppressione della vita e il suo valore invero di immenso patrimonio umanistico, finisce per non trovare più le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo.

Inquietante ora rileggere le informazioni che il professor Umberto Cornelli, Adjunt Professor of Pharmacology, Loyola university School of Medicine, Chicago con una lettera a La Stampa aveva cercato di far comprendere: “La caratteristica delle cellule staminali è quella di contenere dei fattori (di crescita) che possono attivare la riparazione/differenziazione/duplicazione. Anche se appena iniettate in buona parte possono essere distrutte, esse liberano tali fattori (proprio in ragione della loro lisi) che possono collocarsi in zone irrorate, stimolando i processi sopra indicati. Pertanto non si può assolutamente disconoscere per esse un’azione indiretta. La soggettività delle risposte cliniche non può essere trascurata.”

fonte: http://osservatoreitalia.it/index.asp?art=3694

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