Report – La guerra dei brevetti

La trasmissione Report di Milena Gabanelli linkata per chi non riesce a visualizzare dal sito Rai.tv causa “malfunzionamento” dello script silverlight …


15/05/2016

Una guerra mondiale è in corso ma senza bombe e carri armati: è la guerra per accaparrarsi e difendere marchi e brevetti. In campo multinazionali e piccoli inventori, fondi di investimento, università e soprattutto legioni di avvocati. Si brevetta persino il movimento delle dita per allargare una foto sullo smartphone: Apple e Samsung se le sono date di santa ragione in tribunale per decidere chi lo ha pensato prima. Dietro un certificato che dice “questo l’ho inventato io” ci sono anni di ricerca, soldi e trafile burocratiche. Vedremo come funziona l’Epo – Ufficio Europeo dei Brevetti, sede centrale a Monaco, l’ente europeo che rilascia i brevetti: il presidente Benoit Battistelli è al centro delle polemiche per i suoi rapporti con i dipendenti, in più – pur essendo un’eccellenza – l’Epo è poco soggetto a controlli esterni, con tutti i rischi che ciò comporta.

Report racconterà anche le difficoltà e le prospettive di alcuni imprenditori italiani come l’inventore del tutor, in contenzioso con le Autostrade per stabilire chi detiene i diritti sull’idea.

Anche il governo Renzi si è accorto dell’importanza di brevetti e marchi e per questo ha inaugurato il patent box, uno sconto fiscale per non andare all’estero. Chissà se la Ferrari, il più importante marchio italiano nel mondo, deciderà di portare i suoi diritti in Olanda, dove ha già sede la sua holding, o rimarrà nel Belpaese. Infine l’inchiesta illustrerà qual è l’impatto dei brevetti sulla sanità pubblica e sulle tasche dei pazienti a partire dalla battaglia sui prezzi per il farmaco anti-epatite C.

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NOTA DEL 15/05/2016
Marco Carrai ha appena informato di aver liquidato la società K Cube il 29 aprile e che i brevetti sono tornati alla Sapienza. Contattato oggi da Report, il prorettore e capo Ufficio brevetti de La Sapienza prof. Teodoro Valente dice di non sapere nulla di una liquidazione di K Cube. 

PRECISAZIONE DEL 22/05/2016
Torniamo un attimo sulla puntata di domenica scorsa, dedicata ai brevetti. Avevamo parlato dell’Università “La Sapienza” che aveva stipulato un accordo con la società KCube di Marco Carrai che è il consulente del Premier per lo sfruttamento dei brevetti. Il suo avvocato ci aveva informato che quella società non esisteva più. Bene, noi domenica, non potevamo sapere questo perché da una visura fatta praticamente il giorno prima, la società risultava in essere, e non solo: il prorettore fino a domenica – ovvero colui che aveva firmato quell’accordo e che doveva essere il primo a sapere se quell’accordo non esisteva più – non ne sapeva nulla. Lunedì, il verbale dell’assemblea che ne decreta lo scioglimento è stato consegnato al tributarista, il quale lo ha poi consegnato alla Camera di Commercio, e quindi la società risulta ufficialmente sciolta, mercoledì 18. 


All’interno :

Direzioni Antimafia

Se ci fermiamo alla contabilità degli arresti, la lotta alla mafia in Italia sembra andare a gonfie vele. I più pericolosi e importanti boss sono da anni al 41bis, nelle carceri italiane sono detenuti più di seimila mafiosi, le strutture militari dei clan sono state sconfitte da tempo e, solo negli ultimi due anni, alle mafie italiane sono stati confiscati o sequestrati oltre sei miliardi di euro. Eppure, la criminalità organizzata italiana non è mai stata così ricca nella sua storia. Se nel 1995 il fatturato delle mafie ammontava a circa 45 miliardi, nel 2010 era già salito a 100 miliardi e oggi viene stimato intorno ai 200 miliardi di euro. Com’è possibile? Le organizzazioni criminali italiane hanno da tempo cambiato pelle, non sparano più e non hanno bisogno di minacciare. Le mafie sono entrate nel salotto buono della finanza mondiale, arrivando a controllare le governance delle più importanti banche d’affari nel periodo della crisi economica. Sono diventate transnazionali, ma l’Unione non riesce a dotarsi nemmeno di una Procura europea.

C’è multa per te

Nel 2015 i comuni italiani hanno incassato oltre un miliardo di euro con le multe. Ma per il cittadino multato, perfino ricevere un semplice verbale può diventare un percorso ad ostacoli. E quando il comune ti promette un risparmio sulle spese di notifica, arriva puntuale la beffa.

 

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