Gaetano Salvemini – Storico e uomo politico

Questi si che erano politici puri…pensa te da Molfetta…quanta strada ha fatto!!!

Attività:
GAETANO SALVEMINI (1873-1956)
Laurea e insegnamento
Dalla natia Molfetta (Ba) giunse a Firenze nel 1890 dove si laureà in Lettere nel 1896. Inizialmente si dedicò alla storia medioevale dimostrandosi uno dei migliori giovani storici. Dopo aver insegnato latino in una scuola media di Palermo e storia nel Liceo Torricelli di Faenza, ottenne a soli ventotto anni la cattedra di Storia moderna a Messina (1901). Qui nel 1908 fu sorpreso dal terremoto e perse la moglie, i cinque figli e la sorella, essendo l’unico sopravvissuto di tutta la sua famiglia. Successivamente insegnò all’ Università di Pisa e infine a quella di Firenze. Tra i suoi allievi vi furono Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, e Camillo Berneri.Il meridionalista
Aderì al Partito Socialista Italiano e alla corrente meridionalista, collaborando, dal 1897, alla rivista Critica sociale, mostrandosi tenace sostenitore del suffragio universale e della soluzione della questione del Mezzogiorno, cercando di condurre su posizioni meridionaliste il movimento socialista e insistendo sulla necessità di un collegamento tra operai del nord e contadini del sud, sulla necessità dell’abolizione del protezionismo e delle tariffe doganali di Stato (che proteggono l’industria privilegiata e danneggiano i consumatori), e della formazione di una piccola proprietà contadina che liquidasse il latifondo.Le denunce contro Giolitti
Salvemini denunciò il malcostume politico e le gravi responsabilità di Giolitti (crack della Banca Romana) con il libro: “Il ministro della malavita” (1910). Nel partito socialista egli si scontrò sui temi sopra citati con la corrente maggioritaria di Filippo Turati e, in seguito ad una mancata manifestazione del partito contro lo scoppio della guerra di Libia (1911), uscì dal partito socialista. Sulla scia di questo distacco, nel dicembre 1911 diede quindi vita ad un periodico, “L’Unità”, che diresse fino al 1920, perseguendo il tentativo di fondare un nuovo partito, la Lega democratica, meridionalista, socialista nei fini di giustizia e liberale nel metodo, contro ogni privilegio.Contro gli Austriaci
Nel 1914 mantenne posizioni interventiste, dichiarandosi convinto della necessità di superare gli anacronistici imperi austro-ungarico e tedesco, ma sul finire della guerra espresse la propria delusione per la mancata realizzazione delle speranze in un superamento delle rivalità antipopolari tra gli Stati e in una partecipazione democratica dei popoli alle decisioni dei governi.Deputato
Eletto deputato nel 1919, con l’avvento del fascismo si schierò da subito contro Mussolini e contro gli aventiniani, e strinse un profondo sodalizio ideale e politico con i fratelli Carlo Rosselli e Nello Rosselli e con Ernesto Rossi, che videro in lui un comune maestro.Giornale Non Mollare
Nel 1925, Salvemini, i due Rosselli e Nello Traquandi fondarono a Firenze il primo giornale antifascista clandestino: “Non Mollare”.Processo
Arrestato a Roma dalla polizia fascista l’8 giugno del 1925, successivamente, dopo esser stato processato insieme a Ernesto Rossi, poté godere di un’amnistia ed in agosto si rifugiò clandestinamente in Francia.Esilio a Parigi
A Parigi fu poi raggiunto dai fratelli Rosselli e nel novembre del 1929 fu tra i fondatori del movimento Giustizia e Libertà (GL), nato per iniziativa dei fratelli Rosselli e di altri intellettuali democratici tra cui Emilio Lussu, Alberto Tarchiani e Alberto Cianca. Gruppi di GL si formarono in Italia soprattutto tra studenti universitari. Molti degli aderenti di GL (tra cui Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, Leone Ginzburg) furono arrestati e condannati a lunghe pene detentive.

Trasferta in Gran Bretagna
Si trasferì poi in Gran Bretagna, dove fu protagonista di una dura polemica con George Bernard Shaw, in quanto socialista gradualista e ammiratore di Mussolini.

Professore all’Università di Harvard
Arthur Meier Schlesinger Sr, presidente del dipartimento di storia dell’Università di Harvard, nel 1929 invitò Gaetano Salvemini ad insegnare ad Harvard e Salvemini dal 1933 fu membro a pieno titolo del dipartimento. Salvemini fu una figura familiare negli anni della gioventù di Arthur Schlesinger Jr., redattore dei discorsi elettorali detti allora della Nuova Frontiera per John F. Kennedy.
Gaetano Salvemini nel 1934 si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò storia della civiltà italiana all’Università di Harvard e prese anche la cittadinanza statunitense.

Professore itinerante
Durante la Seconda guerra mondiale Salvemini tenne negli USA, in Gran Bretagna e in Francia, conferenze e lezioni universitarie, si batté per una politica contro fascismo, comunismo, clericalismo e monarchia italiana. Nel 1939 fondò la “Mazzini Society”, insieme a un gruppo di aderenti a GL, di repubblicani e antifascisti democratici, tra cui Lionello Venturi, Giuseppe Antonio Borgese, Randolfo Pacciardi, Michele Cantarella, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani e Max Ascoli. La loro posizione era contraria alla monarchia e all’accordo stipulato a Tolosa fra comunisti, socialisti e altri aderenti a GL.

In questo periodo di esilio Salvemini pubblicò vari volumi in lingua inglese, tra i quali “The Fascist Dictatorship in Italy” (1928), “Under the Axe of Fascism” (1936) e “Prelude to World War II”.

Professore a Firenze
Tornato in Italia nel 1947 riprese l’insegnamento all’Università di Firenze e continuò a vari livelli la sua lotta politica, ispirata a una visione laica della vita, all’avversione contro dogmatismi e fumosità ideologiche, contro la burocrazia, il clericalismo e lo statalismo, quale fautore di un riformismo democratico liberal-laburista, in comunità d’intenti con Ernesto Rossi. Si oppose al governo democristiano e al Fronte Democratico Popolare, sostenendo la necessità di abrogare il Concordato e i Patti Lateranensi, e difendendo la scuola pubblica contro le riforme, da lui giudicate reazionarie, dei governi.

Premi e riconoscimenti
Nel 1955 ottenne dall’Accademia dei Lincei il premio internazionale Feltrinelli per la storia e la laurea “honoris causa” dall’Università di Oxford. Morì a Sorrento, ove oggi è presente un Liceo Scientifico a lui dedicato, il 6 settembre del 1957. Una delle prime scuole in Italia, intitolate a Gaetano Salvemini, è la Scuola Media di Polistena (RC) nel lontano 1966. È sepolto a Firenze nel prato d’onore nel cimitero di San Miniato accanto ad altri cittadini illustri di quella città (Collodi, Gentile e Giovanni Spadolini).

Fonte: Wikipedia

Citazioni preferite:
“Io appartengo a quella religione stoica che non ha nessun dogma e nessuna speranza di vita futura, ma ha in comune col Cristianesimo il rispetto della libertà, il bisogno della giustizia, l’istinto della carità umana”“I comunisti hanno per molti anni insegnato che libertà, verità, giustizia sono pregiudizi borghesi. Come possono allora sottrarsi alla necessità di non essere creduti, e come possiamo noi sottrarci alla necessità di non crederli? Allora io continuo e continuerò a ripetere: terza via, terza via, terza via, anche se mi vedo solo in mezzo alla via, in attesa che i totalitari di sinistra mi facciano fuori, o i totalitari di destra mi mettano dentro.””Si è discusso di socialismo, marxismo e generi simili. Io ho detto francamente che ormai credo solo nel Critone di Platone e nel discorso della Montagna. Questo è il mio socialismo, e lo tengo inespresso nel mio pensiero, perché a esprimerlo mi pare di profanarlo. Cerco di esprimerlo meglio che posso nelle opere. Affrontare problemi concreti immediati, seguendo le direttive di marcia dettate dalla morale cristiana, e non perdere tempo in disquisizioni teoriche su che cosa è, cosa dovrebbe essere, che cosa sarà la democrazia, il marxismo, il socialismo, l’anarchia, il liberalismo…che se ne vadano tutti a casa del diavolo. Perdere tempo a pestare l’acqua nel mortaio delle astrazioni è vigliaccheria; è evadere ai doveri dell’azione immediata; è rendersi complici della conservazione dello statu-quo.”“ Si può essere liberali convinti eppure non sentirsi obbligati a considerare sacrosanta ogni istituzione libera e democratica. Quando furono create, le istituzioni democratiche si basavano sull’assunto che gli elettori avrebbero scelto come rappresentanti i migliori fra di loro, e che coloro che fossero stati eletti avrebbero fatto leggi e controllato l’operato dell’esecutivo nell’interesse della comunità. L’esperienza ha dimostrato che gli elettori raramente scelgono i migliori. Di fatto, essi scelgono normalmente i mediocri, a volte scelgono perfino i peggiori individui della comunità. Questo è il primo punto debole delle istituzioni libere e democratiche.””La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro.””La Libertà significa il diritto di essere eretici, non conformisti di fronte alla cultura ufficiale e che la cultura, in quanto
creatività, sconvolge la tradizione ufficiale””Se avrò un solo momento di vita nell’Italia liberata dai Goti [cioè dall’occupazione tedesca], quell’ultimo momento di vita voglio dedicarlo, come individuo libero, alla lotta contro la fede cattolica; se avrò educato un solo italiano a vedere nella chiesa [naturalmente con la “c” minuscola] cattolica la pervertitrice sistematica della dignità umana, non avrò vissuto invano””Mi sento diventare ogni giorno più regionalista e più antiunitario. Peccato che non abbia nessuna stima delle classi dirigenti meridionali! Ma se un giorno queste classi dirigenti diventassero meno ignobili e meno somare di quel che sono oggi, non so se sarebbe un male una lotta bene risoluta per rivendicare ai nostri paesi il diritto di vivere da sé, come meglio ci conviene.”

“I giovani debbono aver fede in se stessi, e cioè non debbono cercare di mettersi al seguito di uomini vecchi o nuovi; essi debbono lasciarsi guidare dalla loro ragione, non debbono prender nulla alla leggera, e debbono studiare, studiare, studiare.”

“Io non prometto favori personali perché non ne farò. Non ho denari. Non ho altro patrimonio fuori di quello delle mie idee. Se scorrettezze si commettessero mi ritirerei immediatamente dal ballottaggio, e ove fossi eletto, darei immediatamente le dimissioni.. Dunque gli avversari possono essere perfettamente tranquilli. Ma li avverto che al primo tentativo di “pastetta” da parte loro, io capitanerò quegli elettori e cittadini risoluti che vorranno seguirmi per impedirla, a costo di qualunque cosa, anche della vita. E tanto peggio se la forza pubblica si renderà complice o protettrice dei pastettari.”

 

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